Page 12 - Forestale N. 54 gennaio - febbraio 2010
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L'incredibile avventura di un'apprezzata

                                razza equina italiana, il cavallo Persano, più
                                volte a rischio di scomparire in tre secoli di
                                storia
                                di Giovanni Potena



                                due popolazioni cavalline, genericamente definite napoletane e salerni-
                                tane, molto affini ovviamente perché contigue.
                                La Napoletana più  imponente, più “di carrozza”, più elegante anche per
                                aver avuto influenze andaluse nei secoli passati, la salernitana più rusti-
                                ca, più forte, meno alta e meno rappresentativa, per solito brada proprio
                                nella Piana del Sele, attorno a Persano.
                                Nel 1741 su un certo numero di femmine di questi due ceppi, (pare 61 fem-
                                mine!) il Re di Napoli decise di far riprodurre quattro stalloni di razza Araba,
                                che aveva ricevuto in dono dall’Ambasciatore turco Huseyn Efendi in occa-
                                sione di un Trattato di pace e commercio stipulato tra l’Impero Ottomano e
                                il Regno delle Due Sicilie.
                                I Borbone quindi selezionando per linea femminile su base locale riusci-
                                rono a dare vigore e brio ad una linea di razza di grande pregio.
                                Pare che nella loro scelta di apportare sangue arabo (della Mesopotamia)
                                su popolazioni cavalline indigene, non fosse di secondaria importanza il
                                fatto che così si producessero cavalli più leggeri, con diametri trasversi
                                ridotti, un po’ più bassi del “carrozziere” di napoletana origine ma tanto
                                più nevrili, tanto più agili e veloci. Si scelse cioè di produrre cavalli più
                                adatti per le tecniche di guerra che stavano cambiando in quel periodo: da
                                guerra di appostamenti, di battaglie frontali, di fanterie opposte, a guerra
                                di movimenti veloci, di aggiramento rapido del fronte nemico, di movi-
                                menti di cavalleria tanto rapidi da risultare sorprendenti.
                                I Borbone cioè  compresero fin dalla metà del Settecento quell’evoluzio-
          ne dello stile dell’Arte Militare che ebbe poi il suo principale artefice in Napoleone, verso la fine del
          Settecento.
          E il cavallo allevato a Persano fu un fantastico interprete di ciò: un cavallo brioso ma sereno, tran-
          quillo e confidente col buon cavaliere, forte, robusto e resistente, molto equilibrato ed “intelligente”,
          mai timoroso, mai nervoso.
          L’evoluzione poi della “Reale Razza” di Persano ha avuto vicende alterne e non sempre fortunate: ad
          esempio, l’introduzione di sangue centroeuropeo, della razza Meeklemburg, decisa da Ferdinando II,
          Re Nasone dal 1830 al 1859, non fu una buona idea, producendo soggetti con tare, bassa fertilità,
          scarso sviluppo osseo nei puledri: fu nefasta quindi la scelta di accoppiare “Fattrici indigene di ceppo
          orientale con stalloni  prussiani”, come attestò l’allora Direttore Brandi ai suoi Superiori.

          Il Persano da Reale a governativo
          Ma nel 1860, alla nascita dello Stato unitario, il Demanio dello Stato tentò di gestire la “Razza
          Governativa di Persano” per alcuni anni e nel 1868 passò la mano al Ministero della Guerra, con una
          base di ben 356 capi di cui 287 femmine!
          Si poteva fare, si sarebbe potuto fare un gran bel lavoro di selezione, ma a sorpresa nel 1879 un decre-
          to dello stesso Ministero della Guerra sancì la soppressione della ex “Reale Razza di Persano”, ora “Razza
          governativa di Persano”.

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