Page 4 - n_17
P. 4
parchi urbani
I 150 ANNI DI CENTRAL PARK E I 100 ANNI DI VILLA BORGHESE
DIVENTANO L’OCCASIONE PER RIFLETTERE SULLA STORIA DEL VERDE URBANO
E SUI NUOVI MODELLI ORGANIZZATIVI
I POLMONI VERDI DELLE CITTÁ
Il movimento di sostegno alla creazione dei parchi urbani
ebbe origine in Inghilterra alla fine del Settecento
e prese piede ben presto anche in Francia e negli Stati Uniti.
Il primo grande esempio fu l’apertura al pubblico
del più noto e vecchio parco londinese, Hyde Park, un bosco di proprietà reale
che nel 1635 fu destinato ufficialmente ai cittadini, prima per le necessità di legna,
poi come area ricreativa
l territorio urbano e paesaggistico in cui viviamo renti da parte delle amministrazioni pubbliche, incorag-
esprime la gerarchia di valori sociali ed economici giate dalla necessità di salvaguardare la salute pubblica
I della società civile. Il paesaggio è lo specchio del- o sospinte da associazioni e movimenti culturalmente
la più generale cultura di tutte le componenti della so- impegnati sulla riqualificazione della vita urbana.
cietà, compresa la classe politica. Il paesaggio, quindi,
risulta essere la sommatoria di tutti gli interventi sul ter- I primi passi del verde nell’Urbanistica
ritorio naturale ed antropizzato, con i connotati storici Il movimento di sostegno alla creazione dei parchi ur-
delle generazioni che hanno partecipato alla sua attuale bani ebbe origine in Inghilterra alla fine del Settecento e
conformazione. Non è una peculiarità della nostra gene- prese piede ben presto anche in altri paesi quali la Fran-
razione trovare nei caratteri scolpiti nel paesaggio la let- cia e gli Stati Uniti. Il primo grande esempio fu rappre-
tura delle proprie capacità; troviamo questa espressione
immortalata anche nel passato, per esempio sugli affre- L. Di Battista - NDN/CFS
schi del Buon e del Cattivo Governo del Palazzo Duca-
le a Siena. Il territorio e la città sono sempre stati stru-
mentalizzati come un contenitore, senza peraltro pre-
supporre che esso necessitasse di altrettanta attenzione
come il suo contenuto. Se ad orientare le scelte di piani-
ficazione dello sviluppo urbano continueranno ad esse-
re le classiche “zonizzazioni” (o lottizzazioni, o altro
aberrante simile termine) di settore, che prevedono una
distribuzione sul territorio di funzioni e servizi imper-
sonali, sarà impossibile far trasparire le qualità insite nel
paesaggio o nella riqualificazione urbana dettata dalle
esigenze di fruizione degli spazi urbani da parte dei cit-
tadini. È indispensabile dunque procedere alla pianifi-
cazione con una rinnovata metodologia, che dimostri di
avere recepito il territorio non come semplice conteni-
tore di destinazioni d’uso, ma come un continuo dina-
mico sistema di componenti ecologiche, antropiche e
paesaggistiche costantemente in interscambio. Nell’ur-
banistica o nella pianificazione territoriale attuale dob-
biamo considerare che il verde non si realizza acciden-
talmente o attraverso gli attuali precari standard ad esso
destinati, ma per scelta; e date le condizioni generali del-
l’urbanistica attuale le scelte effettuate in tal senso sono
coraggiose ed onerose, perché il verde ed il territorio og-
gi o si ereditano o si acquistano. Anche nel passato il ver-
de urbano è stato il frutto di scelte ed oneri non indiffe- L’idea dei parchi urbani ebbe inizio in Inghilterra alla fine del ‘700.
4