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ecosistemi



                                                  MONTAGNA ITALIANA

          UN AMBIENTE VULNERABILE





                        A rischio l’equilibrio ambientale della montagna italiana


         G      li ecosistemi di montagna,   anche culturale. Oggi, però, oltre  biamenti climatici non possono

                                                                                essere limitati se non a prezzo di
                che si estendono per oltre un
                                             allo sfruttamento tradizionale e
         G quinto della superficie terre-    turistico, piuttosto controllato in  una notevole perdita di biodiver-
          stre, sono ambienti preziosi, perchè  verità da una vasta rete di aree pro-  sità.
          costituiscono le principali riserve  tette, questo equilibrio complesso e  Secondo gli ultimi rapporti del
          di acqua dolce del pianeta e perché  al tempo stesso fragile è minaccia-  Gruppo di Esperti delle Nazioni
          custodiscono una ricchissima bio-  to da un processo meno evidente    Unite sui cambiamenti climatici,
          diversità. Le specie vegetali e ani-  ma inarrestabile: il cambiamento  gli ecosistemi di montagna, quelli
          mali sono infatti numerose e di ori-  climatico.                      forestali e molte zone umide
          gine antichissima ben adattate a   Considerato uno dei fenomeni più   potranno subire modificazioni rile-
          vivere in condizioni ecologiche    pericolosi per la biodiversità, sia a  vanti nella composizione di specie,
          estreme, con temperature molto     livello di specie che di ecosistema,  mentre alcuni di essi potrebbero
          basse, precipitazioni soprattutto  il mutamento di clima che ha inte-  scomparire completamente. La
          nevose e terreno ricoperto dal     ressato il nostro pianeta nell’ultimo  riduzione della complessità degli
          ghiaccio per periodi prolungati e  secolo è avvenuto con una velocità  habitat cancellerà molte nicchie
          continui. Circa un decimo della    mai registrata negli ultimi 10.000  ecologiche, e di conseguenza le
          popolazione umana dipende dalla    anni, così come repentinamente si  specie più vulnerabili potranno
          montagna, ricavando dalle sue      è modificata la concentrazione di  subire estinzioni locali. Intere
          comunità biologiche il proprio     CO 2 nell’atmosfera. A ciò si      popolazioni, adattate nel corso
          sostentamento, ma anche subendo    aggiungono le profonde alterazioni  della loro evoluzione a condizioni
          le conseguenze della degradazione  che l’uomo, proprio da un centi-   ambientali peculiari, andranno per-
          ambientale.                        naio di anni, sta apportando all’e-  dute per sempre, e con esse parti-
          Per molto tempo il patrimonio      quilibrio di moltissimi ecosistemi:  colari ecotipi. Le specie opportuni-
          naturale montano è rimasto relati-  l’inquinamento e l’utilizzo indi-  ste, come quelle infestanti, caratte-
          vamente integro; l’isolamento e la  scriminato delle risorse hanno    rizzate da un’ampia distribuzione e
          difficoltà di accesso hanno favorito  infatti ridotto la capacità degli  da un elevato tasso riproduttivo,
          la conservazione di una straordina-  ambienti naturali di tamponare gli  saranno favorite a spese di quelle
          ria diversità non solo biologica ma  stress e i danni provocati dai cam-  che già oggi sono presenti in
                                                                                dimensioni ridotte e sono localiz-
                                                                     B. Petriccione  zate in aree ristrette (specie relitte,
                                                                                al loro limite distributivo, perse-
                                                                                guitate, ecc.), sensibili anche alle
                                                                                più piccole variazioni climatiche
                                                                                del loro ambiente. Il quadro è piut-
                                                                                tosto inquietante: moltissimi ecosi-
                                                                                stemi saranno sostituiti da nuovi
                                                                                raggruppamenti di organismi,
                                                                                caratterizzati, almeno nella fase
                                                                                iniziale, da relazioni semplificate,
                                                                                minore complessità e scarsa stabi-
                                                                                lità.
                                                                                Alcuni fenomeni dimostrano che
                                                                                già oggi esiste questa tendenza: da
                                                                                studi recenti condotti sulle Alpi
                                                                                centrali risulta che diverse specie
                                                                                vegetali di altura stanno spostando
                                                                                il proprio areale di distribuzione
                                                                                verso quote sempre più elevate,
          Gran Sasso d’Italia - Pizzo Cefalone (AQ)                             mentre nella catena appenninica gli


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