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STUDI GIURIDICO-PROFESSIONALI
Dal punto di vista criminale, però, non c’è soluzione di continuità rispetto
al modello prevalente nel resto della Capitale: anche qui si ripropone la pratica
assenza di un monopolio da parte di una singola organizzazione, a favore di una
convivenza tra mafie tradizionali e clan romani o propriamente ostiensi attratti
dalle opportunità locali. Il litorale è risultato, infatti, strategico per l’allargamen-
to degli affari grazie alla possibilità di ingresso che offre in nuovi e proficui mer-
cati, in particolare legati all’economia del mare. Esso ha generato, si può dire,
un settore “protetto” e a “forte connessione con il territorio”, caratteri che,
secondo gli studi di Sciarrone, rappresentano fattori di contesto favorevoli per
l’espansione delle organizzazioni mafiose . Allo stesso modo anche la posizio-
(21)
ne geografica è risultata ottimale per i traffici internazionali, per via della vici-
nanza con il porto e l’aeroporto di Fiumicino, oltre che del porto turistico della
stessa Ostia. In più, l’alta densità criminale che si è andata creando nel quartiere
ha finito per garantire una certa facilità di mimetizzazione. Non risultano però
presenti soggiornanti obbligati e flussi migratori da regioni a tradizionale pre-
senza mafiosa, considerati in letteratura i fattori che hanno maggiormente age-
volato lo sviluppo delle organizzazioni mafiose nelle aree del Centro-Nord .
(22)
Piuttosto, le dinamiche di spostamento dei clan sembrano perlopiù il frutto di
precise scelte di convenienza.
Diversa, invece, la vicenda delle organizzazioni che qui si sono criminal-
mente “evolute” arrivando da altre regioni o da altre aree della città, inizialmen-
te come semplici gruppi violenti e dediti a specifici reati ma che una volta inte-
grati nel territorio di Ostia hanno adottato il metodo e il modello delle mafie
tradizionali. Il loro arrivo e la loro crescita sembrano meno legati a precise scel-
te di insediamento e investimento, e più frutto di alcuni fattori esogeni che esse
hanno poi saputo e potuto abilmente sfruttare a proprio favore. Secondo alcu-
ne fonti (23) le prime presenze risalgono in tal caso agli anni Settanta, quando a
seguito dei trasferimenti degli “abbaraccati” da altre zone di Roma, sarebbero
arrivati i primi nuclei della Banda della Magliana (24) e la famiglia Spada .
(25)
(21) Rocco SCIARRONE, Tra Sud e Nord. Le mafie nelle aree non tradizionali in Rocco SCIARRONE (a
cura di), Mafie del Nord, Donzelli, Roma, 2014, pag. 15.
(22) Per l’approfondimento della letteratura in merito all’espansione del fenomeno mafioso si
rimanda a Rocco SCIARRONE, Mafie vecchie, mafie nuove, Donzelli, Roma, 2009; Federico
VARESE, Mafie in movimento, Einaudi, Torino, 2011; Nando DALLA CHIESA, Martina
PANZARASA, Buccinasco. La ‘ndrangheta al Nord, Einaudi, Torino, 2012; Rocco SCIARRONE (a
cura di), Mafie del Nord, Donzelli, Roma, 2014; Nando DALLA CHIESA, Passaggio a Nord, ed.
Gruppo Abele, Torino, 2016.
(23) Questa parte di ricostruzione storica è stata ricostruita tramite interviste, poi specificate in nota.
(24) Intervista a referente di associazione civica contenuta in Vittorio MARTONE, op. cit., pag. 74.
(25) Intervista ad Associazione antiusura, Roma, 21 maggio 2018.
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