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TRIBUNA DI STORIA MILITARE



                    L’ispettore disponeva di un ufficio presso il ministro della guerra, con un
               fondo di £. 6.000 annue. In caso di assenza dell’ispettore il comando dell’ufficio
               era esercitato interinalmente dal caposquadrone residente in Milano. L’ispettore
               doveva visitare i reparti, presiedere la chiusura annuale dei conti delle compa-
               gnie e redigere un manuale ad uso esclusivo del corpo, con le formule i modelli
               di comportamento. L’ispettore corrispondeva esclusivamente con i colonnelli,
               ma in casi gravi e urgenti qualunque ufficiale o sottufficiale poteva informarlo
               personalmente, senza però scavalcare la scala gerarchica né omettere le infor-
               mazioni dovute per legge all’autorità prefettizia. Il ricorso diretto all’ispettore
               era ammesso solo in caso di «denegata giustizia». Il decreto disponeva l’oppor-
               tuna sorveglianza della corrispondenza d’ufficio per evitare abusi a fini privati.


               b. La militarizzazione del reclutamento (DVP 13 ottobre 1804)


                    Già il 12 settembre Polfranceschi presentava al ministro un progetto di
               riforma.  Secondo  l’ispettore,  la  causa  che  aveva  «rovinato  il  corpo  nel  suo
               nascere» era stata la speranza di risparmiare i costi d’impianto reclutando bene-
               stanti in grado di equipaggiarsi a proprie spese, invece di fare come i francesi,
               che mettevano vestiario e cavalli a carico del tesoro. Il risultato del sistema ita-
               liano era stato fallimentare: non solo perché i benestanti non si erano arruolati,
               ma soprattutto perché la massa dei gendarmi era stata reclutata nella feccia della
               società invece che tra i militari, i quali, se non altro, erano già abituati alla disci-
               plina.
                    Polfranceschi  proponeva  perciò  di  invertire  i  rapporti,  reclutando  tra  i
               militari sia il contingente necessario per completare il corpo (il debito dei dipar-
               timenti era ancora di 283 unità, inclusi 50 bolognesi) sia i gendarmi occorrenti
               per coprire le future vacanze, costituendo a tale scopo, presso i corpi di linea,
               un’aliquota  di  militari  predesignati,  detti  «vigili».  I  volontari  a  proprie  spese,
               scelti direttamente dall’ispettore, potevano invece concorrere per 36 posti di
               «allievo» gendarme, 3 per compagnia (due a cavallo e uno a piedi).
                    La militarizzazione del reclutamento doveva inoltre consentire di attivare
               finalmente  il  servizio  ordinario  d’istituto,  finora  rinviata  (come  scriveva
               Polfranceschi il 13 settembre) «giacché voleasi farla servire qual guarnigione,

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