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                                       Vite

                                 straordinarie


                         di
                   ALBERTO
                    ANGELA















                  IL DIVO



                  LEONARDO








                  Se fosse vivo oggi, incarnerebbe il meglio dell’ingegno
                  contemporaneo: a cinquecento anni dalla sua morte,

                  l’autore della Gioconda non vede sfumare il suo mito


                       ono passati cinque secoli dalla sua morte, ma Leo-  abbia mai conosciuto. Non passarono molti anni, invece,
                       nardo da Vinci è ancora qui. Sembra beffare il  prima che qualcuno se ne accorgesse.
                  Stempo, questo genio dell’umanità.             Il padre di Leonardo è quasi sempre assente, la madre ha
                  La Gioconda, il Cenacolo, la Vergine delle rocce, l’Auto-  altri cinque figli, e lui cresce con i nonni e con lo zio
                  ritratto: le sue opere più famose accendono l’interesse an-  Francesco. Fino al 1463, quando il nonno muore e il
                  che di chi non è sensibile alla bellezza artistica. Hanno  padre porta Leonardo, oramai undicenne, a Firenze nella
                  una voce che può essere ascoltata da tutti, parlano una  bottega del Verrocchio.
                  lingua che può essere compresa anche da chi, ammiran-  La Firenze in cui arriva il giovane Leonardo è una città
                  dole, non sa esprimere a parole ciò che percepisce.   ricca e vivace. A dominare la vita politica ed economica è
                  Leonardo è tra noi. La sua morte sembra più appartenere  la famiglia dei Medici. Prima con Piero e soprattutto con
                  al finale di una sceneggiatura, un evento che vive in una  il figlio, Lorenzo il Magnifico, Firenze diventa il centro
                  fiction. Perché non c’è giorno in cui il visitatore di un  nevralgico non solo della Toscana e dell’Italia, ma dell’in-
                  museo non si stupisca di fronte a una sua opera, un critico  tero continente. Nascono e prosperano numerose botteghe
                  non ne tessa le lodi, un insegnante non sottolinei agli  artigiane e in quella del Verrocchio Leonardo ha modo di
                  studenti la sua grandezza.                     apprendere le tecniche della pittura e della scultura.
                  Oggi tutto questo ci appare scontato. Ma quando nel  Verrocchio ha dato vita a una vera e propria fucina d’arte
                  momento d’oro del Rinascimento, in un paesino della  dalla quale usciranno numerosi protagonisti del Rinasci-
                  Toscana, nasceva da una relazione illegittima un bambino  mento. In essa infatti Leonardo ha come compagni di
                  mancino, nessuno poteva immaginare che quel bambino  apprendistato artisti dal nome prestigioso: Sandro Botti-
                  sarebbe diventato uno dei più grandi geni che l’umanità  celli, il Perugino, il Ghirlandaio.




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