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Editoriale
IN
PRIMO PIANO
L’aveva già percepita Carlo Levi, nel suo capolavoro Cristo
si è fermato a Eboli, la “dolente bellezza” di Matera. Da
allora, il libro uscì nel 1945, sono passati oltre settant’anni
e oggi quei millenari Sassi, un tempo sinonimo di degrado
e arretratezza, sono diventati patrimonio universale
dell’UNESCO e la città lucana è stata eletta Capitale Europea della Cultura
per il 2019.
A quella nostrana Betlemme che lo scorso 19 gennaio ha inaugurato il suo
annus mirabilis, abbiamo voluto dedicare la copertina di un numero
ricchissimo di contenuti e di italiche glorie. Tra queste il genio assoluto di
Leonardo da Vinci, di cui si celebra quest’anno il cinquecentenario dalla
morte: una personalità unica nel suo genere, quella del pittore della
Gioconda, raccontata con la consueta lucidità da quell’impagabile “ritrattista”
di uomini illustri che è Alberto Angela. Così come unica e connotata di
storia popolare è la tradizione italiana del Carnevale, che presto invaderà
le strade delle nostre città con un allegro corteo di figuranti chiamati
Stenterello e Colombina, Pulcinella e Balanzone, e Arlecchino che, nelle
pagine a seguire, ci racconta qualcosa di sé...
Rappresentano la nostra anima più popolare, le maschere della tradizione.
Come popolare, anzi popolarissimo, è stato fino a poco tempo fa il rito
della schedina. È andato in pensione il Totocalcio, e a ricordare cosa abbia
significato nella storia del costume nazionale ci pensa un giornalista di
rango come Alessandro Barbano. Una nuova voce, tra le tante della nostra
Rivista, cui si sono aggiunte anche quelle di Franco Nicastro, che rievoca
l’uscita, cin quant’anni fa, de Il Padrino di Mario Puzo, il best seller che per
la prima volta raccontò la mafia “americana”, e di Guido Barlozzetti, che
inaugura invece questo mese una rubrica dedicata al cinema e ai suoi
indimenticabili “cult”.
Tra gli eventi istituzionali di rilievo, il consueto appuntamento di inizio
anno con la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico alla Scuola
Ufficiali, nel corso della quale il Comandante Generale, alla presenza anche
dei Ministri della Difesa, dell’Interno e dell’Ambiente, ha illustrato le
attività dell’Arma e delineato le linee programmatiche del nuovo anno.
Quindi il Generale Nistri, rivolgendosi agli ufficiali frequentatori, ha posto
l’accento sul significato di una scelta, quella di vestire l’uniforme dell’Arma,
che è un impegno esistenziale prima ancora che professionale: onestà,
responsabilità e coerenza gli strumenti senza i quali sarebbe impossibile
mantenervi fede.
Gen. D. Teo Luzi
IL CARABINIERE - FEBBRAIO - 2019 3