Page 110 - Rivista silvae aprile 2025 (1)
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climate security within NATO. Drawing from concrete cases—from South Sudan
          to  Myanmar—it  highlights  the  complex  interplay  between  climate  data  and
          geopolitical instability, emphasizing the need to integrate science, strategic analysis,
          and operational context. The goal is to promote a realistic and interoperable approach
          that,  without  chasing  environmental  slogans,  enables  armed  forces  to  operate
          effectively  in  a  landscape  increasingly  shaped  by  extreme  events,  migratory
          pressures, and profound environmental transformations.

          Keywords: climate change, climate security, Defense, Armed Forces and NATO,
          geopolitical  instability,  migrations,  extreme  weather  events,  planning,
          interoperability and operational resilience.

          Introduzione

          R
                  aramente reinventiamo la ruota, eppure quando si tratta di sicurezza
                  climatica,  ci  troviamo  di  fronte  a  una  sfida  che  richiede  un
                  cambiamento radicale del nostro modo di concepire la sicurezza e la
          difesa. Il cambiamento climatico non è semplicemente un ulteriore elemento
          da aggiungere alla lunga lista delle minacce globali; è un problema sistemico
          che  trasforma  profondamente  gli  ambienti  geopolitici  e  strategici,
          imponendo una revisione complessiva delle priorità, degli strumenti e dei
          modelli operativi. Questi i temi affrontati dal 20 al 23 maggio ultimi scorsi,
          presso il Collège Militaire Royal de Saint-Jean, in Québec (CAN), dove il Centro
          di  Eccellenza  della  NATO  per  il  Cambiamento  Climatico  e  la  Sicurezza
          (CCASCoE)  ha  tenuto  il  suo  primo  corso  ufficiale:  il  “Climate  Security  &
          Defence  Course”,  al  quale  hanno  partecipato  oltre  30  rappresentanti  delle
          Forze Armate e dei Ministeri della Difesa e degli Affari Esteri di diversi Paesi
          membri della NATO, insieme a delegati dell’Unione Europea, dello Stato
          d’Israele e di regioni del Sud globale particolarmente colpite dagli effetti del
          cambiamento  climatico  (come  i  Caraibi,  l’Africa  occidentale  e  la  regione
          MENA). Il programma, che ha visto tra i relatori anche esperti della Missione
          ONU  in  Sud  Sudan  (UNMISS),  del  Quartier  Generale  della  NATO,
          dell’Università della British Columbia e del Council on Strategic Risks (USA),
          ha  rappresentato  un  passaggio  fondamentale  per  rafforzare  la  capacità




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