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scarsa barriera agli spostamenti degli animali.
               Anche  la  popolazione  alpina  di  orso  è  quindi  condizionata  nei  suoi
               spostamenti dalla presenza di corridoi ecologici e di fatto tutto l’arco alpino,
               per  i  motivi  sopra  esposti  e  le  capacità  intrinseche  della  specie  consente
               ampie possibilità di spostamento.
               Il percorso seguito dall’orso M29, dal Trentino occidentale alla Svizzera sino
               al Piemonte  settentrionale,  testimoniato  da  segni  di  presenza  raccolti  nel
               tempo dalla rete di ricerca, non è stato lineare.
               Non disponendo di radiocollare sull’animale, ovviamente non è possibile
               effettuare  una  ricostruzione  precisa  del  percorso  nelle  Alpi  Nord-
               occidentali.
               Interessante invece la rete di osservazioni effettuata a partire dal suo arrivo
               nella  provincia  del  VCO,  grazie  alla  condivisione  di  informazioni  tra
               operatori del settore, tutti i segni di presenza, sono stati collazionati per tipo,
               data, posizione e livello di affidabilità.
               Visualizzando su di una cartina i segni di presenza (certi e probabili) divisi
               per  anno,  (Figura  n.  1),  è  possibile  osservare  come,  nei  primi  anni  in
               Piemonte, il plantigrado si sia anche avvicinato a zone fortemente insediate
               di fondovalle, in particolare nelle ore notturne.
               Tuttavia la maggior parte dei segni di presenza, soprattutto negli ultimi 5
               anni,  è  riferibile  quasi  esclusivamente  a  zone  di  quota,  anche  a  notevole
               distanza dai sentieri tracciati, in aree caratterizzate da assenza di presenza
               umana. La maggior parte dei segni di presenza sono stati raccolti in mesi
               invernali  su  neve,  (impronte),  in  zone  dove  il  manto  permane  a  lungo.
               Questo  elemento non consente  di  escludere una  frequentazione  anche  di
               zone di fondovalle, ma testimonia di fatto, un’assidua frequentazione certa
               delle zone di crinale.
               Questa osservazione è alimentata inoltre dalla assiduità dei passaggi negli
               stessi periodi dell’anno, sempre nelle stesse zone, anche a distanza di anni,
               quasi che l’animale voglia seguire i “suoi” percorsi.
               In tale situazione si può valutare come la conoscenza puntuale del territorio
               costituisca,  per  l’orso,   un   fattore   di  sicurezza,   per  quanto  riguarda   la
               possibilità sia di ricerca di cibo sia di spostamento tra valli attigue.



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