Page 32 - ok rivista silvae dicembre 2024
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Questi paesaggi, visti dal fondovalle “umano”, non vengono percepiti nella
loro reale dimensione ed estensione geografica, fisionomica ed ecologica.
Di fatto dal fondovalle, oltre il bel paesaggio delle cime che coronano i
versanti, non si ha reale percezione della vicinanza geografica di un
paesaggio molto diverso dal punto di vista ecologico.
In una parola, sistemi ambientali molto “distanti” tra loro dal punto di vista
fisionomico e strutturale, risultano di fatto, nelle grandi vallate alpine,
estremamente “vicini”.
Questo, come si è detto, è il paesaggio caratteristico delle grandi vallate;
tuttavia vi sono anche estese zone, le vallate minori o quelle a minor
presenza umana ed infrastrutturale, dove l’assenza di rete viaria o la quota
caratterizzano il paesaggio alpino in modo ancora marcatamente “naturale”.
È il caso, ad esempio della Val Grande, oggi Parco Nazionale, in cui, in un
territorio di 150 Km quadrati (l’estensione urbana di Milano), il reticolo
viario manca del tutto e, pertanto, non vi sono insediamenti rurali abitati in
modo stabile. I dislivelli sono forti ed i versanti estremamente ripidi.
La presenza umana è estremamente diluita, 10.000 transiti, esclusivamente
a piedi, su pochi sentieri, da aprile a novembre.
Una presenza media di 40 persone al giorno distribuita su un territorio molto
vasto, esclusivamente nei mesi caldi.
In inverno, infatti, la presenza umana, a causa del rischio valanghe, è
praticamente nulla.
Un paesaggio di questo tipo, pertanto presenta, di fatto, ampi corridoi
ecologici per lo spostamento degli animali selvatici.
La catena alpina non rappresenta un ostacolo, al contrario la maggior parte
del territorio ha una continuità strutturale, morfologica ed ecologica.
Con la sola eccezione dei centri urbani principali, autostrade e ferrovie, per
le infrastrutture antropiche, ed i grandi laghi o le vette più elevate, per gli
elementi morfologici naturali, non vi sono sistemi paesaggistici che possono
porre una barriera o costituire un pericolo insormontabile per la fauna
selvatica.
Se si aggiunge che il transito della fauna avviene di solito nelle ore notturne,
con il traffico veicolare limitato, le infrastrutture umane costituiscono una
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