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Questi paesaggi, visti dal fondovalle “umano”, non vengono percepiti nella
          loro reale dimensione ed estensione geografica, fisionomica ed ecologica.
          Di  fatto dal  fondovalle,  oltre  il  bel  paesaggio  delle  cime  che coronano i
          versanti,  non  si  ha  reale  percezione  della  vicinanza  geografica  di  un
          paesaggio molto diverso dal punto di vista ecologico.
          In una parola, sistemi ambientali molto “distanti” tra loro dal punto di vista
          fisionomico  e  strutturale,  risultano  di  fatto,  nelle  grandi  vallate  alpine,
          estremamente “vicini”.
          Questo,  come si  è  detto,  è  il  paesaggio  caratteristico delle  grandi  vallate;
          tuttavia  vi  sono  anche  estese  zone,  le  vallate  minori  o  quelle  a  minor
          presenza umana ed infrastrutturale, dove l’assenza di rete viaria o la quota
          caratterizzano il paesaggio alpino in modo ancora marcatamente “naturale”.
          È il caso, ad esempio della Val Grande, oggi Parco Nazionale, in cui, in un
          territorio  di  150  Km  quadrati  (l’estensione  urbana  di  Milano),  il  reticolo
          viario manca del tutto e, pertanto, non vi sono insediamenti rurali abitati in
          modo stabile. I dislivelli sono forti ed i versanti estremamente ripidi.
          La presenza umana è estremamente diluita, 10.000 transiti, esclusivamente
          a piedi, su pochi sentieri, da aprile a novembre.
          Una presenza media di 40 persone al giorno distribuita su un territorio molto
          vasto, esclusivamente nei mesi caldi.
          In  inverno,  infatti,  la  presenza  umana,  a  causa  del  rischio  valanghe,  è
          praticamente nulla.
          Un  paesaggio  di  questo  tipo,  pertanto  presenta,  di  fatto,  ampi  corridoi
          ecologici per lo spostamento degli animali selvatici.
          La catena alpina non rappresenta un ostacolo, al contrario la maggior parte
          del territorio ha una continuità strutturale, morfologica ed ecologica.
          Con la sola eccezione dei centri urbani principali, autostrade e ferrovie, per
          le infrastrutture antropiche, ed i grandi laghi o le vette più elevate, per gli
          elementi morfologici naturali, non vi sono sistemi paesaggistici che possono
          porre  una  barriera  o  costituire  un  pericolo  insormontabile  per  la  fauna
          selvatica.
          Se si aggiunge che il transito della fauna avviene di solito nelle ore notturne,
          con  il traffico veicolare  limitato, le  infrastrutture  umane costituiscono  una



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