Page 171 - Silvae MAggio Agosto
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causata dalla guerra in Ucraina e, ora, anche da quella in Medio Oriente, ha
portato ad un aumento significativo dei prezzi dei beni energetici e, quindi,
anche di quello della legna da ardere. La seconda considerazione, invece,
riguarda l'apparente contraddizione tra la congruità dei valori calcolati ed i
bassissimi livelli delle utilizzazioni forestali. Come visto, infatti, nella media
nazionale le utilizzazioni forestali non raggiungono nemmeno il 25% del
valore dell'incremento annuo del bosco. Ciò, peraltro, in presenza di
un'industria del legno (principalmente l'industria del mobile) che l'unica
difficoltà che sembra avere è proprio nell'approvvigionamento della materia
prima. È evidente, quindi, che il punto debole della filiera italiana del legno
è da cercare proprio all’inizio della filiera, cioè nell’insieme dei fattori che,
contribuendo ad aumentare i costi di esbosco, rendono le utilizzazioni
forestali scarsamente remunerative anche in presenza di un congruo valore
del legno. Alcuni di questi fattori, come ad esempio l'orografia, sono
ovviamente immutabili. Su altri, invece, quali la scarsa diffusione delle
strade forestali, la ridotta superficie delle aziende forestali private e il
conseguente assenteismo dei loro proprietari, gli elevati investimenti
necessari per la modernizzazione delle imprese forestali, ecc., si può
lavorare. La volontà di rilancio del settore forestale italiano, quindi, dovrà
essere misurata dall’impegno che i governi che si succederanno
spenderanno nella rimozione questi fattori.
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