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Un mercato in forte crescita da regolamentare con efficacia


               come animali da compagnia, con grandi interessi economici connessi
               che hanno determinato, e determinano ancora, una diffusa illegalità.
                  Ogni anno nel mondo viene commerciato un numero di animali vivi
               impressionante: oltre 3 milioni di uccelli, 500 milioni di pesci tropicali
               e coralli viventi, 2 milioni di rettili, 50 mila scimmie, per fare qualche
               esempio. È un giro di affari stimato in oltre 10 miliardi di euro all’an-
               no, di cui il 25% deriva da attività illegali.
                  In tali condizioni, le legislazioni nazionali relative alla protezione
               della Natura, per quanto necessarie ed utili a regolare i problemi locali
               dell’ambiente, non sono sufficienti, da sole, a garantire la vita delle spe-
               cie animali e vegetali. Dispositivi internazionali globali di protezione,
               che vincolino fra loro i Paesi, hanno avuto maggior successo. Tra que-
               sti, la Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle
               specie di flora e fauna minacciate di estinzione, indicata in sigla
               “CITES”, ha avuto risultati sorprendenti per la conservazione di molte
               specie, sebbene la sua azione di regolamentazione abbia inciso in modo
               meno efficace sul commercio degli animali destinati all’allevamento in
               cattività o alla compagnia dell’uomo. Anzi, tale fenomeno in questo
               ultimo decennio è aumentato in modo esponenziale, interessando un
               numero di specie sempre maggiore.
                  In Italia, la situazione ha assunto proporzioni inquietanti. Per ren-
               derci conto del contesto in cui ci muoviamo, è utile analizzare i dati che
               il Centro Studi Zoomark ha diffuso in merito al mercato italiano dei pet,
               ovvero degli animali da compagnia. Nella Tabella 1, riguardante lo stato
               della popolazione animale ospitata presso le abitazioni degli italiani nel-
               l’anno 2004, emerge un quadro chiaro del fenomeno: la detenzione
               amatoriale e domestica di oltre 45 milioni di animali, appartenenti a
               specie esotiche o autoctone, è un dato preoccupante per l’interesse eco-
               nomico che ne deriva. Non sono trascurabili nemmeno i dati riportati
               nella Tabella 2, diffusi sempre dal Centro Studi Zoomark, che indica il
               numero delle famiglie italiane che ospitano animali da compagnia: più
               della metà di tali animali non rientrano nella categoria dei gatti e dei
               cani.
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                  È un mercato in crescita che alimenta un elevato giro di affari ed una
               illegalità che, considerati i sequestri effettuati dal Corpo Forestale dello
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