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I rifiuti: da problema ad opportunità
Il sistema industriale nazionale, con la creazione dei grandi poli
petrolchimici e produttivi ha lasciato anche grandi ferite sul ter-
ritorio. I progetti di bonifica e recupero di tali aree sono lenti e
particolarmente costosi.
A mero titolo di esempio l’ISPRA, in collaborazione con il Mini-
stero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha cen-
sito ben 57 Siti di interesse nazionale (SIN) contaminati, prossi-
mi o entro le città, le cui ricadute sulla salute dei cittadini sono
estremamente gravi e che necessitano bonifica ed interventi di
messa in sicurezza.
Quali sono le possibili prospettive per rendere più efficiente il
sistema e garantire la piena attuazione dei principi previsti per
legge? La soluzione e la vera chiave di svolta è quella di consi-
derare il “rifiuto” come un’opportunità. Secondo la definizione
giuridica il rifiuto è qualcosa di cui “il detentore si disfi o abbia deci-
so o abbia l’obbligo di disfarsi”. Si può, quindi, intervenire a monte
prima che un oggetto divenga qualcosa di non più utilizzabile
per la sua funzione. Gli esempi di riuso e riciclo sono in questo
senso, numerosi. Esistono materie prime che possono essere riu-
tilizzate all’infinito: è il caso del vetro; altre che possono essere
ritrasformate in materie prime (carta, cartone, alluminio, plasti-
ca). Esistono beni che possono essere riadattati, modificati e tra-
sformati addirittura in qualcosa di completamente diverso
rispetto alla loro originaria destinazione. Ciascuna di queste
opzioni comporta sempre delle modifiche nei comportamenti
dei consumatori, ma sviluppa anche processi virtuosi per la
ricerca di soluzioni innovative ed alternative. Forse non è da
tutti immaginare che con il cartone si possono realizzare arredi
funzionali o addirittura biciclette. Ma qualcuno ci ha già pen-
sato e creduto.
Inoltre, non va sottovalutato l’aspetto psicologico del consuma-
tore. Il “consumismo” ci ha abituato alla vita facile, facendoci
dimenticare che le nostre scelte di acquisto hanno, sempre e
comunque, degli impatti sull’ambiente. Essere “ecologisti”
significa, in prima battuta, non essere pigri. Per fortuna il mer-
cato, oggi, consente di scegliere in maniera consapevole prodot-
ti con minori imballaggi, con materie prime provenienti dal rici-
clo, a chilometri zero ecc. Dunque, sta alla nostra sensibilità e
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