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             insieme al re come gestire la difficile fase di crisi. Le fasi del processo decisionale che
             portò alla firma dell’armistizio di Cassibile il 3 settembre 1943 (che sarà però annun-
             ciato solo l’8 dello stesso mese) furono oggetto di assoluto riserbo per paura di una
             fuga di notizie, eppure ciò fu la premessa per il nefasto biennio successivo poiché il
             mancato coinvolgimento dei vertici delle forze armate, la mancata attuazione dei
             piani di difesa per timore di ritorsioni da parte tedesca, contrapposto all’esistenza, da
             parte germanica, di un piano di invasione dell’Italia, studiato per l’eventualità in cui
             la stessa avesse deciso di abbandonare il conflitto, portarono alla rapida occupazione
             della Penisola. Nonostante il disorientamento derivante dalla totale assenza di ordini,
             in varie località in Italia e all’estero, furono numerosi i militari che decisero di non
             cedere le armi, scegliendo di combattere contro il vecchio alleato, consci di andare
             incontro ad un tragico destino.
                  Peculiari le vicende che riguardarono la marina, la cui flotta fu salva grazie
             all’ammiraglio Carlo bergamini che riuscì a mantenere le redini in una difficilissima
             situazione e ad organizzare il trasferimento della flotta a Malta dove sarebbe passata
             al servizio degli alleati. L’operazione fu un successo ma costò l’affondamento della
             corazzata roma, dove perse la vita anche l’ammiraglio, il 9 settembre 1943, a seguito
             di un attacco aereo tedesco. Dopo l’iniziale disorientamento, che costò la vita a mol-
             tissimi combattenti, i militari italiani, che erano riusciti a fuggire ai rastrellamenti dei
             tedeschi, iniziarono ad organizzare i primi nuclei di resistenza nella Capitale e nelle
             altre zone dell’Italia occupata, a questi si aggiunsero poi i gruppi composti da civili
             guidati dagli esponenti politici che, nei venti anni precedenti, erano stati costretti
             all’esilio o erano stati incarcerati dal regime. A questo punto, il volume offre una
             rapida disamina di questi gruppi e dei loro leader, per poi proseguire con le varie
             tappe della liberazione e trovando, infine, conclusione con l’insurrezione generale e
             la liberazione di Milano del 25 Aprile.
                  Si tratta, in conclusione, di un lavoro volto ad introdurre i ragazzi alla trattazio-
             ne di un tema ampio e complesso forse, ancora oggi, appartenente più alla cronaca
             che alla storia. Comprendere cosa sia stata la resistenza risulta fondamentale nel
             costruire la nostra coscienza nazionale repubblicana; eppure, è un tema ancora trop-
             po poco conosciuto tra i giovani, i quali si sono allontananti dallo studio della storia
             perché legato ad un tipo di linguaggio diverso da quello delle nuove generazioni. Da
             qui l’idea di cambiare approccio, prediligendo una lettura rapida e scorrevole ma
             capace di toccare numerosi punti nel tentativo di fornire una base conoscitiva sul-
             l’argomento e nella speranza di accendere la curiosità dei lettori che potranno succes-
             sivamente approfondire quanto di loro interesse.

                                                                              Sottotenente
                                                                         Andrea Quaranta











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