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SCIENTIAE




                  L’utilizzo delle ultime tecnologie di IA sembra avvantaggiare molto più chi
             vuole disseminare disordine informativo, amplificato da vettori come i deepfake,
             piuttosto che supportare chi vuole difendersi da contenuti falsi e tossici.
                  Pur  esistendo  efficaci  tecnologie  di  contrasto,  è  opportuno  sollevare
             importanti  questioni,  tuttora  aperte,  nonostante  gli  interventi  della
             Commissione Europea, riguardanti anche i limiti delle garanzie sulla libertà di
             espressione, salvaguardando il divieto dell’incitamento all’odio e della produ-
             zione delle fake news.
                  Infatti, l’IA utilizzata per la difesa ha, come ogni sistema, un percentuale
             di errore che ricadrebbe sull’utente sotto forma di censura, evento non accetta-
             bile in un sistema democratico come l’Europa. In particolare, il rilevamento
             automatico (attraverso i cosiddetti bot) per soffocare l’odio online sulle piatta-
             forme può generare un impatto sociale non sempre chiaro, dovuto alla genesi
             delle  decisioni  (ad  esempio,  bias  algoritmici  di  tipo  Emergent  o  Pre-exixstent),
             ossia rendendo necessaria una maggiore trasparenza della tecnologia.
                  Occorre, pertanto, una nuova “IA spiegabile” per analizzare le tendenze
             online in tutte le regioni linguistiche europee, che gli esperti umani potranno
             poi utilizzare per la raccolta di informazioni e campagne di sensibilizzazione
             con contro narrazioni positive.
                  In conclusione, per combattere i fenomeni di disinformazione e discorsi
             d’odio online, in presenza di potenti strumenti linguistici basati su IA, corre in
             soccorso una famosa frase di Albert Einstein: “Non possiamo risolvere i nostri
             problemi con lo stesso livello di pensiero che li ha creati”, ovvero abbiamo
             bisogno di prospettive diverse per combattere gli impatti negativi del disordine
             informativo, e questi problemi possono essere affrontati solo attraverso le armi
             della collaborazione. Riunendo la comunità dell’informatica e dell’ingegneria
             con i leader politici, è possibile intraprendere azioni concrete per affrontare le
             sfide sociali collettive della disinformazione e dei discorsi d’odio.

















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