Page 40 - Rassegna 2024-2_Inserto
P. 40
INSERTO
Certamente, a sostenere la necessità del requisito in questione si arrivereb-
be ad un drastico dimensionamento dell’ambito applicativo della disposizione,
con il risultato di lasciare sguarnita quella particolare species di obiettivi civili che
si identifica nei beni culturali, nel momento precipuo di loro massima vulnera-
bilità. Benché non se ne trovi traccia in motivazione, infatti, non sfugge che se
tali obiettivi in quanto tatticamente irrilevanti sotto il profilo militare, passano
in secondo piano quando le sorti del conflitto sono ancora incerte, viceversa
quali infungibili elementi di identità e di memoria di una specifica comunità si
trasformano in formidabile bersaglio strategico nel momento in cui, ad ostilità
concluse, per il tramite della loro distruzione si voglia piegare la dignità del
popolo vinto assestando il colpo finale alle sue matrici culturali, storiche e reli-
giose.
Non può escludersi che la consapevolezza del rischio descritto possa avere
indotto i Giudici alla lettura estensiva del carattere bellico del contesto nel quale
deve collocarsi il reato, in ciò facendo leva sul presunto mancato distinguo nello
Statuto tra crimini avvenuti ad ostilità in fieri e crimini commessi al loro termine.
Tuttavia, anche a voler intendere - come ha fatto la Corte - l’ambito bellico non
50
stricto sensu, ma soltanto come relazione di mera occasionalità , l’attribuzione
alla categoria dei crimini di guerra di condotte realizzate a conflitto esaurito,
quando il prevalere di un potere sull’altro si è affermato consolidandosi in un
assetto definito, è operazione che contrasta col dato letterale della previsione.
Quest’ultima esige, infatti, il necessario collegamento con un conflitto armato,
elemento indefettibile della fattispecie tipizzata, la cui assenza «impedisce
l’estensione della norma incriminatrice alle condotte realizzate in tempo di
51
pace» .
Per quanto, allora, l’opzione ermeneutica accolta in sentenza sia agevol-
mente comprensibile sul piano degli intenti perseguiti - ovvero scongiurare
l’impunità per azioni odiose, connotate dal massimo disvalore - in ogni caso, è
innegabile la sua criticità sul piano dei principi generali del diritto penale, in par-
ticolare quello di determinatezza della fattispecie incriminatrice, che «porta con
sé come corollario il principio di tassatività e cioè il vincolo della interpretazio-
ne al tipo legale» , da cui il divieto del ricorso alla analogia nell’applicazione
52
50 Si legge in motivazione che «the ‘conduct’ is the attack on cultural objects, and this element
requires not a link to any particular hostilities but only an association with the non-interna-
tional armed conflict more generally», II. Judgment, A. Applicable law, 1. Crime charged, 18,
pp. 10-11.
51 Brigida Varesano, La tutela del patrimonio culturale: riflessioni a margine della sentenza di merito resa
dalla Corte penale internazionale nel caso Ahmad Al Faqi AlMahdi cit., p. 4.
52 Fabrizio Ramacci, Corso di diritto penale, in Raccolta di scritti, Tomo III, Giappichelli, Torino,
2013, p. 2010.
38