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La prospettiva del contrasto patrimoniale


                                   all’economia criminale


                                          Dottore Roberto Tartaglia
                                                                (*)


                    Intervenendo, nel 1985, ad un seminario di studi sul tema della difesa della
               convivenza civile dalla mafia, Giovanni Falcone affrontava il tema del colpevole
               disinteresse a lungo manifestato dagli operatori del diritto e della giustizia nei
               confronti degli strumenti di aggressione patrimoniale al crimine organizzato.
               Lo faceva con parole - come al solito fondate sulla concretezza limpida della
               sua esperienza professionale, che lo aveva reso, già all’epoca, uno dei pionieri
               delle indagini patrimoniali - di forte impatto ed efficacia, oltre che di straordi-
               naria (e, per lui, consueta) lungimiranza: è divenuto quindi obbligatorio - e non più
               riservato, come nel passato, alla discrezionalità dell’istruttore - l’espletamento di indagini
               bancarie e patrimoniali al fine della adozione di misure - come il sequestro e la confisca -
               che, a torto neglette nel passato, costituiscono invece efficacissimo strumento di lotta contro la
               criminalità mafiosa .
                                (1)
                    Nei quasi quaranta anni che ci separano da questo lucido ammonimento,
               il quadro è evidentemente e del tutto mutato, come peraltro concorre ad atte-
               stare il prezioso approfondimento pubblicato su questa prestigiosa Rassegna.
                    Non  può  esservi  operatore  della  giustizia  che  non  consideri  oggi  del
               tutto scontato che ogni attività di indagine seria - in particolar modo per alcu-
               ni reati, quali quelli associativi, nonché le fattispecie ad essi collegate - venga,
               fin dal suo principio, orientata alla duplice frontiera dell’accertamento perso-
               nale e della investigazione patrimoniale, volta - quest’ultima - a verificare esi-
               stenza e consistenza dei reati (e dei relativi proventi) tradizionalmente corre-
               lati alla realizzazione di attività di accumulazione patrimoniale illecita. E ciò
               ad un fine a sua volta duplice: quello della repressione soggettiva “tradizionale”
               e quello del contrasto patrimoniale, con gli strumenti versatili e proteiformi
               della confisca .
                             (2)
               (*)  Vice  Capo  del  Dipartimento  per  gli  Affari  Giuridici  e  Legislativi  della  Presidenza  del
                    Consiglio dei Ministri.
               (1)   Giovanni Falcone, L’acquisizione delle prove nei procedimenti penali concernenti associazioni mafiose, in
                    Atti del seminario di studi «Difesa della convivenza civile dalla mafia», Venezia, 1985.
               (2)   Per un’analisi completa di tale prospettiva e delle articolate e molteplici declinazioni che essa ha
                    assunto, sia consentito rinviare a Roberto Tartaglia (a cura di), Codice delle confische e dei sequestri,
                    Bari, 2012.

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