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Intervento del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri
Generale di Corpo d’Armata Teo Luzi
l Comandante della Scuola ha descritto bene i rigorosi percorsi di stu-
dio che fanno di questo Istituto un assetto strategico nella vita
Idell’Arma.
Un polo aggregante, in grado di fondere formazione tecnica e preparazio-
ne umana, per generare un clima di armonia professionale, fondamentale per
ogni attività.
Oggi vorrei condividere con gli Ufficiali allievi alcune brevi riflessioni sulla
natura delle responsabilità che assumeranno nel corso della propria carriera.
In oltre quarant’anni al servizio del Paese ho avuto la fortuna di lavorare
con superiori e dipendenti di eccezionale valore. Primi fra tutti, i Comandanti
Generali che mi hanno preceduto e che ringrazio di cuore per l’eredità di dedi-
zione che ci hanno lasciato.
Vorrei che le lezioni da me apprese possano essere utili alle nuove genera-
zioni nel loro ruolo di Comandanti.
Un ruolo che porta con sé la necessità di decidere, spesso in condizioni di
incertezza. In queste circostanze, a fare la differenza, sono i valori che si met-
tono in campo.
Parlerò di militarità e di competenza. Di coraggio e di umiltà.
La Costituzione guida ogni attività dell’Arma e ci chiede di agire “nell’esclusivo
interesse della Nazione” , assolvendo alle nostre funzioni “con disciplina ed onore” .
(1)
(2)
La disciplina del Carabiniere è, anzitutto, la consapevolezza della propria mili-
tarità. Una condizione imprescindibile, che non comporta la rinuncia ai diritti, ma
li realizza attraverso la pratica dei doveri, per rendere migliori se stessi e gli altri.
Giuseppe Mazzini additava la pratica dei doveri quale momento fondamen-
tale nella formazione della coscienza civica degli italiani . Una visione che,
(3)
ancora oggi, conserva intatto il proprio valore, ancor più per coloro che servo-
no la Patria in armi. La vita militare non è una strada lastricata di imposizioni
gerarchiche, magari da schivare con furbizia. È la via di un dovere che appaga
perché autenticamente sentito.
(1) Articolo 98: “I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione. Se sono membri del
Parlamento, non possono conseguire promozioni se non per anzianità. Si possono con legge sta-
bilire limitazioni al diritto d’iscriversi ai partiti politici per i magistrati, i militari di carriera in ser-
vizio attivo, i funzionari ed agenti di polizia, i rappresentanti diplomatici e consolari all’estero”.
(2) Articolo 54: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne
la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di
adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.
(3) Giuseppe Mazzini, Dei doveri dell’uomo, 1860.
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