Page 32 - Rassegna 2023-1_Inserto
P. 32

INSERTO




             8.  L’Autopsia Psicologica: questa sconosciuta
                  L’Autopsia psicologica è uno strumento clinico/investigativo che contri-
             buisce a chiarire le dinamiche relative ad un caso di scomparsa, o in che modo
             è avvenuta la morte nei casi di suicidio, omicidio o morte accidentale, focaliz-
             zandosi sugli aspetti psicologici dell’evento (L. N. Eliopulos, 2008) e deve il suo
             nome allo psicologo statunitense Edwin S. Shneidman, il quale si dedicò allo
             studio  del  suicidio  e  della  Tanatologia.  Questi,  insieme  al  collega  Norman
             Farberow, fu chiamato nel 1958 da Theodore Curphy, direttore dell’Istituto di
             Medicina Legale della Contea di Los Angeles, per ricercare la natura dei molte-
             plici suicidi che si stavano verificando in quegli anni, fornendo così uno dei
             primi approcci multidisciplinari al problema.
                  La definizione più esaustiva di tale strumento, è rinvenibile in un articolo
             pubblicato dallo stesso Shneidman, nel 1961, il quale la definì come una “rico-
             struzione retroattiva della vita di una persona, capace di individuare aspetti che ne rivelino le
             intenzioni rispetto alla propria morte, fornire indizi sul tipo di decesso, sul livello (se vi è
             stato) di partecipazione alle dinamiche del decesso e spiegare i motivi per cui la morte è avve-
             nuta in un dato momento”.
                  L’Autopsia psicologica, dunque, è un esame post mortem che non necessita
             né di una scena del crimine, né necessariamente della presenza del corpo della
             vittima, né di una serialità dell’evento, anzi resta l’unico ed indispensabile stru-
             mento da utilizzare proprio nei casi in cui non si hanno le condizioni appena
             dette. L’obiettivo principale è quello di raccogliere i dati riguardanti la vittima o
             lo scomparso al fine di elaborare un profilo psicologico della/o stessa/o. E,
             attraverso una ricerca discriminativa di dati ricavati dalla storia clinica, dalle rela-
             zioni sociali ed affettive, dai rapporti di lavoro e da tutta una serie di altre fonti
             (scritti, diari, messaggi, e-mail, ecc.), si può giungere a stabilire una valida ipotesi
             probabilistica in relazione a un determinato evento traumatico, sia esso ascrivi-
             bile ad un omicidio, un suicidio, un incidente o una scomparsa (volontaria e
             non).
                  Al riguardo, per un ulteriore approfondimento si rimanda alla lettura del-
             l’articolo sul tema già pubblicato sul tema, nella sezione Dottrina del numero 4
             del 2022 della Rassegna dell’Arma dei Carabinieri.


             9.  La parola ai familiari delle persone scomparse
                  In questo capitolo è stata data la parola ai familiari delle persone scompar-
             se, i quali hanno acconsentito a rispondere ad una serie di domande relative alla
             loro esperienza vissuta durante l’assenza del proprio caro.


             30
   27   28   29   30   31   32   33   34   35   36   37