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Diritti e made in Italy



                          Professore
                        Alfonso Celotto (*)

                     La tutela del made in Italy, lungi dal configurarsi come una mera questione economica,
               ha invero indubbi riflessi su una molteplicità di diritti individuali e collettivi. Il panorama
               della tutela dei diritti è andato progressivamente arricchendosi, tanto da essere giunti a
               quella che è stata definita da acuta dottrina come “l’età dei diritti”. Partendo dalle libertà
               classiche e dai diritti legati alla partecipazione politica (cosiddetto diritti di prima genera-
               zione, anche noti come “diritti della persona” o come “libertà negative”) e passando per i
               “diritti sociali”, declinazioni della eguaglianza in senso non solo formale, ma anche sostan-
               ziale (cosiddetto diritti di seconda generazione, anche detti “diritti positivi”), si è progres-
               sivamente giunti all’enucleazione di diritti di più recente emersione e meno facile delimi-
               tazione. Il riferimento è ai diritti di terza generazione, anche detti “nuovi diritti”, che si
               configurano quali eterogenei diritti di solidarietà che involgono soprattutto le collettività; e
               ai diritti di quarta generazione, nel cui novero rientrano tutti i diritti legati al campo dell’evo-
               luzione tecnologica. Volendo ricondurre in tale quadro i riflessi della tutela del made in Italy,
               si rileva come ad emergere siano soprattutto posizioni che si collocano tra la seconda e la
               terza generazione, tutelando le forme di lavoro e di proprietà, ma anche diritti a gestione
               collettiva come ambiente, sostenibilità, biodiversità e salubrità del cibo.

                     The protection of  made in Italy, far from being a mere economic issue, has indeed undoubted reper-
               cussions on a multiplicity of  individual and collective rights. The panorama of  the protection of  rights has
               been progressively enriched, so much so that it has reached what has been defined by acute doctrine as “the
               age of  rights”. Starting from classic freedoms and rights linked to political participation (so-called first
               generation rights, also known as “rights of  the person” or as “negative freedoms”) and passing through
               “social rights”, declinations of  equality in the sense not only formal, but also substantial (so-called second
               generation rights, also known as “positive rights”), we have gradually come to the enucleation of  more
               recent and less easy delimitation rights. The reference is to the third generation of  rights, also known as
               “new rights”, which take the form of  heterogeneous solidarity rights that involve communities above all;



               (*)   Ordinario di diritto costituzionale nell’Università“Roma tre”.

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