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LIBRI




                                                                       Paola Ducci
                                               Sei zampe. Storia delle Unità Cinofile delle Forze
                                               Armate Italiane
                                               Ufficio Storico del V Reparto dello Stato Maggiore della Difesa
                                                                     2019, pagg. 159

                                                   Paola Ducci è medico veterinario e scrittrice con
                                               esperienze professionali come autrice e sceneggiatrice.
                                                   Con il volume dedicato al rapporto tra conduttore e
                                               quadrupede, l’autrice ripercorre il lungo rapporto tra il
                                               cane e l’essere umano guardando in una prospettiva di
                                               lungo periodo anche il loro impiego in ambito militare
                                               sin dall’antichità.
                                                   In particolare, sin dalla fine dell’Ottocento, numero-
                                               si Paesi iniziano a studiare l’impiego dell’animale per il
                  traino di carrettine o nel servizio sanitario. Anche nel Regio Esercito iniziarono
                  alcune sperimentazioni a partire dal 1893 che consentirono di avanzare l’ipotesi
                  d’impiego nel corso della Guerra Italo-turca. Così, grazie alla disponibilità di un
                  centinaio di pastori sardi reclutati sull’Isola insieme a centoquaranta cani, si proce-
                  dette all’impiego in area di operazioni per ampliare le capacità di autodifesa degli
                  accampamenti e per il pattugliamento di aree dove la presenza di persone che si
                  avvicinavano alle installazioni militari.
                     L’impiego fu particolarmente interessante con esiti incoraggianti. Tuttavia e
                  nonostante tutto, il progetto si fermò in terra africana. Solamente a partire dal
                  1915, quando esisteva unicamente un canile militare a Bologna, vi fu un nuovo
                  interesse alla questione e si arrivò a breve ad organizzare un servizio cinofilo dedi-
                  cato soprattutto al trasporto. In particolare, il trasporto non era limitato al muni-
                  zionamento ma fu testato positivamente anche l’impiego per il trasporto di altri
                  materiali (medicamenti, vitto, utensileria).
                     Dopo la prima Guerra Mondiale, l’uso si ridusse molto ma l’impiego dei cani
                  continuò anche durante il secondo Conflitto Mondiale. Nel frattempo anche le
                  Forze dell’ordine iniziarono ad impiegare con funzioni di polizia i cani attraverso
                  alcuni esperienze condotte nel periodo 1922-1925 quando l’Arma svolgeva il ruolo
                  di unica Forza dell’ordine in servizio permanente di pubblica sicurezza. Purtroppo,
                  e questa può essere l’unica osservazione da fare al volume, tale periodo non è
                  accennato dall’autrice nel volume che erroneamente fa partire le esperienze
                  nell’Arma dal secondo Dopoguerra.
                     Ciò non inficia la validità del lavoro che si presenta come un testo agile e dalla
                  lettura piacevole che consente di apprezzare il ruolo del binomio conduttore-qua-
                  drupede, quelle “Sei Zampe” che costituiscono il titolo del volume.
                     Uno strumento importante per gli appassionati di animali e per i curiosi di sco-
                  prire aspetti meno noti del rapporto tra essere umano e cane nel corso del tempo.

                                                                                          Tenente Colonnello
                                                                                           Flavio Carbone






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