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LA RASSEGNA NEI PRIMI VENT’ANNI DEL TERZO MILLENNIO

                  Quattro anni sono un periodo breve ma tuttavia intenso. Non sono stati
             avari di soddisfazioni, sì che il merito va a tutti coloro che hanno generosamen-
             te offerto il loro fattivo contributo di pensiero e di analisi partecipando così ai
             successi di questo periodico.
                  Come Redattore Capo della Rassegna sono dunque particolarmente lieto
             di trovarmi a onorare questo anniversario, occasione di ricordi, bilanci e, pari-
             menti, un momento di riflessione per nuovi obiettivi. Non c’è dubbio che i
             primi anni del secolo sono stati anni di grandi cambiamenti; è vero però che
             ogni cambiamento comporta nuova conoscenza, da acquisire in modo tanto
             rapido quanto è stata rapida l’innovazione registrata, ecco allora che gli stru-
             menti di aggiornamento professionale rappresentano il migliore presidio per la
             conquista della “competenza” e, fra questi, la Rassegna ha giocato un ruolo di
             primo piano, scoprendosi, numero dopo numero, quale formula valida di dif-
             fusione della cultura giuridica, delle scienze criminologiche e del diritto delle
             istituzioni.
                  Prima di affrontare l’ultimo tratto della storia del periodico e conchiudere
             il percorso celebrativo dei sessanta anni della Rassegna non resta che far cenno,
             nell’ottica che ci siamo assegnati per il periodo più recente, degli eventi che
             hanno  segnato  gli  ultimi  quattro  anni.  La  Rassegna  è,  infatti,  volutamente
             espressione e riflessione e della realtà, sia nazionale sia internazionale, poiché il
             nostro Paese è - al pari degli altri - inserito in un contesto ormai globale.
                  Dunque per citare solo alcuni dei principali eventi, come non poter ricor-
             dare la tragedia del Ponte Morandi di Genova (del 2018), l’incendio della catte-
             drale di Notre Dame di Parigi (del 2019) - che è simbolo non solo di una nazio-
             ne come la Francia ma di un intero periodo storico europeo quale è stato il
             medioevo e con esso i “costruttori” delle cattedrali, per poi giungere alla crisi,
             poi rientrata, del pericolo nucleare Nord Coreano e, infine, il sempre mai sopito
             terrorismo  internazionale,  che  con  la  caduta  dell’ISIS  come  “Stato”  non  ha
             significato il calo della pericolosità di un certo tipo di terrorismo legato - ingiu-
             stificatamente - al mondo islamico. Infine, l’attuale pandemia di Covid-19, che
             verosimilmente partita dalla Cina (nel 2019) ha contagiato tutto il mondo, e i
             cui effetti nefasti continueranno ha condizionare non solo nazioni, ma anche
             economie, società e interi strati socio-economici.


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