Page 8 - Rassegna 2019-2
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In  sequenza,  la  dottoressa  Valentina  Vattani  -  Consigliere  del  Ministro
             dell’Ambiente  per  le  procedure  di  controllo  sui  rifiuti  -  e  il  Tenente  Marta
             Simonetti, Ufficiale frequentatore del 1° Corso di Formazione per Ufficiali del
             Ruolo Forestale, affrontano il crescente e drammatico fenomeno degli incendi
             nei depositi e nei siti di stoccaggio e di gestione dei rifiuti. Dietro questi eventi,
             cresciuti in modo esponenziale negli ultimi anni, nell’ambito dei quali si cela
             sempre più spesso il crimine organizzato, c’è soprattutto un sistema di esercizio
             dei  rifiuti  che  dimostra  tutte  le  sue  gravissime  criticità.  La  Commissione
             Ecomafie ha evidenziato come il problema degli incendi abbia sinora riguarda-
             to, maggiormente, i siti del Nord Italia, così da suggerire una concentrazione
             mirata dei controlli e dei monitoraggi secondo un piano coordinato e continuo.
             Le autrici hanno fornito un contributo prezioso alla ricognizione dei fenomeni
             della peculiare specie, prendendo nota anche degli obblighi in essere a carico dei
             gestori delle aree di stoccaggio, in particolare, per ciò che concerne la predispo-
             sizione di Piani di emergenza interni ai fini della tutela dei rischi per la salute di
             quanti possano essere coinvolti in eventi critici, mentre restano nelle competen-
             ze dei Prefetti le procedure e la programmazione delle misure esterne di emer-
             genza nell’area di prossimità.
                  L’inquinamento acustico è solo apparentemente un fastidio minore; ma la
             difesa del disturbo da rumore, di cui al precetto dell’articolo 659 c.p., è esigenza
             per nulla secondaria, così come viene ad argomentare, nella medesima chiave
             degli articoli precedenti, l’approfondimento del Dottor Angelo Converso. Già
             il  primo  intervento  di  Polizia  giudiziaria  è  suscettibile  di  generare  notizia  di
             reato, atteso che alcuni soggetti possano sentirsi danneggiati dal rumore, da
             vibrazioni e da altre, concomitanti circostanze che, per intensità e continuità,
             possono insidiare l’integrità psicofisica delle persone esposte. Indubbiamente, è
             un “territorio” difficile da esplorare e, soprattutto, da replicare in modo adegua-
             to per i necessari riscontri. Pur tuttavia, questo contributo ci avvicina al feno-
             meno e ai paradigmi di riferimento.
                  Ci trasferiamo, con la successiva rubrica delle “Prospettive Europee”, ad un
             tema tecnico, di carattere specialistico, ossia quello concernente la disciplina del
             mandato di arresto europeo, curato in un’approfondita analisi dal Vice Avvocato
             Generale dello Stato Gabriella Palmieri e dal Dott. Fabio Catini, stagista presso
             il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il richiamato
             strumento di cooperazione giudiziaria, sia dal punto di vista operativo, sia da
             quello contenutistico, si è rivelato, per gli Stati dell’Unione, una rapida ed efficace
             soluzione per arginare, in modo unitario, anche l’incremento della criminalità
             transfrontaliera e del terrorismo internazionale. Al di là della giusta soddisfazio-
             ne per quanto si è realizzato in ambito europeo, il lavoro registra, con esemplare
             equilibrio di giudizio, le non poche problematiche che permangono nell’opera-
             tività del principio del mutuo riconoscimento. I principali aspetti ostativi sono da

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