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TRIBUNA DI STORIA MILITARE




                  Il  legislatore  aveva  in  mente  tale  strumento  di  controllo  ritenendolo,  a
             torto, un mezzo per estirpare i criminali dalle rispettive reti malavitose, mentre
             in realtà fallì, almeno parzialmente, i suoi obiettivi. Il soggiorno obbligato, in
             particolare, nell’esperienza quotidiana aveva creato ulteriori possibilità di pene-
             trazione di tessuti sociali e di realtà territoriali prive di strutture di malaffare sta-
             bili, anziché riuscire nel suo intento originario che prevedeva l’allontanamento
             del criminale dall’ambiente sociale in cui era inserito, scardinando il rapporto tra
             mafioso e territorio.
                  In ogni caso, l’esperienza nella Palermo tra gli anni Sessanta e Settanta fu
             sicuramente positiva e gli permise di avviare alcune iniziative ancora oggi adot-
             tate da molte istituzioni e associazioni che si battono contro la criminalità orga-
             nizzata: il rapporto con gli studenti, con quei ragazzi che Dalla Chiesa riteneva
             essere gli unici veri potenziali motori del cambiamento.
                  L’esperienza in Sicilia, però, terminò quasi in parallelo con l’acuirsi del
             fenomeno eversivo. Proprio contro questo secondo nemico dello Stato, l’azione
             di Dalla Chiesa, e della struttura che egli disegnò e realizzò, portò ad una serie
             di rapidi successi.
                  Le esperienze investigative e informative consentirono di smantellare, nel
             corso di pochi anni, le principali organizzazioni terroristiche, facendo fallire
             ogni tentativo di sovvertimento dello Stato e superando quel clima di paura che
             aveva colpito ampi strati della cittadinanza. Va ricordato che, in quegli anni bui
             della Storia nazionale, insieme ai Carabinieri, caddero a difesa delle libere istitu-
             zioni magistrati, militari, agenti delle forze dell’ordine, giornalisti, sindacalisti,
             semplici cittadini .
                             (9)
                  Un successo dopo l’altro nonostante le tensioni e i rischi, ma anche uno
             sviluppo di carriera che gli consentì di raggiungere il grado di generale di divi-
             sione  e  di  ricoprire  l’incarico  di  Vice  Comandante  Generale  dell’Arma  dei
             Carabinieri, il punto più alto della carriera a cui un ufficiale dell’Arma poteva
             aspirare in quel periodo.
                  Proprio le sue capacità furono la ragione di una scelta non così comune,
             all’epoca come oggi, di nominare Dalla Chiesa prefetto dello Stato e destinar-
             lo a Palermo, con lo scopo dichiarato di contrastare una criminalità mafiosa

             (9)   Un tragico elenco dei Carabinieri caduti vittime del terrorismo è stato recentemente pubbli-
                  cato, in seconda edizione, come supplemento speciale del “Notiziario Storico dell’Arma dei
                  Carabinieri”,  http://www.carabinieri.it/editoria/notiziario-storico/il-notiziario/anno-
                  2017/speciale-9-maggio, consultato il 9 maggio 2018. Si rinvia al portale tematico “per non
                  dimenticare” inaugurato il 9 maggio 2011, per il “Giorno della memoria”, per divulgare le
                  fonti  sul  terrorismo,  sulla  violenza  politica  e  sulla  criminalità  organizzata,
                  http://www.memoria.san.beniculturali.it/web/memoria/home;jsessionid=DF9FED22A60
                  E031DF124E92140FB356A.sanmemoria_JBOSS_b, consultato il 9 maggio 2018.
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