Page 147 - Rassegna 2018-2
P. 147

IL DISCORSO DEL GENERALE CARLO ALBERTO DALLA CHIESA



               lontano dal 112, numero unico di emergenza. Il disco orario prodotto nel 1967
               consentiva di avere sotto gli occhi il numero per il pronto intervento insieme ad
               altri numeri utili. In definitiva si trattava di un’oggetto semplice di uso comune
               che però aveva lo scopo di trasmettere un messaggio di quotidianità e di fami-
               liarità tra Carabinieri e cittadini.
                    Un altro sapore invece emerge dalla consultazione dei calendarietti tasca-
               bili  realizzati  per  promuovere  il  rapido  intervento  dei  nuovi  Nuclei
               Radiomobili. In particolare, i due presi a campione relativi al 1966 e al 1969
               riportano, da un lato, in forma semplificata la rappresentazione della locandina
               insieme al calendario mensile per il periodo settembre 1966 (o 1969)/agosto
               1967 (o 1970) mentre dall’altro lato compare il calendario del campionato di
               calcio in cui militò in quelle stagioni l’Unione Sportiva Palermo, altalenando tra
               il massimo campionato e la serie cadetta. Infine il pieghevole tascabile ad uso
               scolastico realizzato nel 1967 in piccolo formato e piuttosto semplicemente era
               rivolto alla diffusione nelle scuole secondo quell’idea che Dalla Chiesa ebbe e
               portò avanti nel corso di tutta la sua vita e che metteva al centro dell’attenzione
               di recupero proprio chi era in età scolare.
                    L’opuscoletto,  oltre  ad  alcuni  simboli  che  si  rifacevano  al  Nucleo
               Radiomobile come la gazzella e la freccia (poi trasformata in saetta) conteneva
               informazioni relative all’arruolamento nei distinti ruoli dell’Arma oltre a numeri
               di telefono utili e al calendario scolastico della durata di dieci mesi (da ottobre
               a luglio). Modalità diverse per intercettare cittadini diversi, dai ragazzi che fre-
               quentavano le scuole, agli appassionati di calcio, agli automobilisti e così via. Un
               secondo aspetto è legato alla preoccupazione per la delinquenza minorile:
                  “colpiti da misure di prevenzione su nostra proposta, sono soltanto per un quinto mafiosi, o indiziati tali;
                  il resto sono delinquenti comuni, il resto è la delinquenza minorile che incalza: se non la freniamo in par-
                  tenza, ci troveremo di fronte a generazioni successive piene, colme di delinquenti della peggiore risma, qui
                  come in ogni parte d’Italia, mi pare” .
                                           (15)
                    Si  trattava  evidentemente  di  intervenire  preventivamente,  sottraendo  al
               mondo criminale quei ragazzi che, cresciuti, sarebbero potuti diventare, a loro
               volta, il nuovo vertice mafioso. Un’ulteriore questione riguardava “l’eletto dal
               popolo” e i funzionari pubblici. Per il primo, egli riteneva che il politico “come
               dato di fatto attuale”, potesse essere condizionato dal mafioso. Si trattava di una
               precisazione importante sia poiché riteneva che il processo democratico di ele-
               zione di un rappresentante costituisse un elemento di partecipazione popolare
               sia perché egli riconosceva senza dubbi il ruolo che il politico aveva in qualità
               di investito della volontà del popolo.

               (15)  Commissione parlamentare d’inchiesta cit., pag. 761.

                                                                                        147
   142   143   144   145   146   147   148   149   150   151   152