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TRIBUNA DI STORIA MILITARE




                  Dunque l’autore siciliano poté dedicarsi alla narrazione dei due fenomeni
             criminali, quello eversivo con il volume citato e quello mafioso descritto magi-
             stralmente nel capolavoro di Sciascia , affrontando temi che sembrano inte-
                                                 (5)
             grarsi e adattarsi perfettamente alle vicende professionali di Dalla Chiesa. In
             realtà, uscendo dalla narrativa, va ricordato che l’importante ruolo assunto dal
             Generale nel contrasto ai fenomeni eversivi e a quelli della criminalità organiz-
             zata è stato oggetto di molteplici studi e narrazioni .
                                                              (6)
                  L’intreccio tra fenomeni criminali e vicende professionali dell’alto ufficia-
             le  ha  rappresentato  una  costante  della  sua  vita  di  servitore  dello  Stato.
             Purtroppo, il tragico epilogo in cui rimase vittima con la moglie, Emanuela
             Setti Carraro, e con l’agente di scorta, Domenico Russo, il 3 settembre 1982,
             ha limitato alcune considerazioni ai pochi mesi di esperienza quale Prefetto di
             Palermo. Tuttavia, proprio tali momenti sembrano andare nella direzione che
             egli aveva già seguito da comandante dell’omonima Legione Carabinieri tra il
             1966 e il 1973.
                  È evidente anche come, sin da quei giorni di vita da Uomo dello Stato (in
             borghese), il Generale avesse ben chiaro come agire. Va ricordato che la sua
             esperienza di contrasto alla criminalità organizzata era lunga; egli aveva avuto
             un primo confronto importante nella lotta alla mafia contadina e rurale attra-
             verso il Corpo Forze Repressione Banditismo del Colonnello Ugo Luca, men-
             tre si dava la caccia e si cercava di neutralizzare Salvatore Giuliano, il cosiddetto
             “re di Montelepre”.
                  In quegli anni lontani, l’incarico attribuito a Dalla Chiesa era quello di
             coordinatore delle squadriglie con base a Corleone; apparentemente si potrebbe
             pensare una semplice funzione di supervisione di unità più piccole; in realtà, era
             un incarico molto interessante soprattutto per chi, come lui, proveniva da altre
             esperienze territoriali perché, in quegli anni, lo scontro avveniva con una crimi-
             nalità organizzata di tipo rurale per la quale le squadriglie rappresentavano un
             efficace mezzo di contrasto.
                  Dunque, egli poté accorgersi, con i suoi stessi occhi, delle difficoltà che
             rendevano  faticosa  l’azione  dell’Arma;  riuscire  a  controllare  le  campagne
             dell’Isola e a superare le resistenze che la popolazione dei piccoli centri interni
             aveva verso le Istituzioni non era cosa per nulla facile, tuttavia il protagonista

             (5)  LEONARDO SCIASCIA, Il giorno della civetta, Torino, Einaudi, 1961.
             (6)  Si segnalano solamente gli ultimi due volumi, tra i tanti, che fanno riferimento direttamente
                  o indirettamente alle vicende professionali dell’ufficiale: ANDREA GALLI, dalla Chiesa, Storia
                  del  generale  dei  carabinieri  che  sconfisse  il  terrorismo  e  morì  a  Palermo  ucciso  dalla  mafia,  Milano,
                  Mondadori, 2017 e AA.VV., Carabinieri per la Democrazia, Storie dei caduti dell’Arma nella lotta al
                  terrorismo, Milano, Mondadori, 2018.
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