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IL DISCORSO DEL GENERALE CARLO ALBERTO DALLA CHIESA
un grande scrittore siciliano, Leonardo Sciascia, così scriveva al curatore di una
raccolta di testi dedicati all’Arma:
“per quanto mi riguarda, può senz’altro inserire nella Sua Antologia le pagine del «Giorno della civetta».
Di diritto, l’autorizzazione dovrebbe darla Einaudi; ma non credo avrà nulla in contrario, trattandosi di
un’antologia così particolare. […] Spero che l’Affaire Moro non La deluda e che anzi La interessi diciamo
professionalmente. Ho idea che i carabinieri soli abbiano una giusta - e leale: da lealismo alla Costituzione -
(3)
visione dell’affaire” .
1° luglio 1966, cerimonia di assunzione del Comando della Legione CC di Palermo da parte del Ten. Col. Carlo
Alberto Dalla Chiesa
In realtà, proprio il volume dedicato alla rilettura della corrispondenza del
Presidente del Consiglio catturato e ucciso dalle Brigate Rosse, dopo il massa-
cro della sua scorta, sollevò numerosissime polemiche che colpirono lo scritto-
re di Racalmuto .
(4)
Ciò che interessa, tuttavia, è forse l’attenzione di Sciascia che, grazie
all’esperienza nelle aule di Montecitorio, studiò e rilesse una parte delle missive
inviate dallo statista ai suoi familiari, amici e compagni di partito.
(3) GAETANO TAMBORRINO ORSINI, ANTONIO CARLO PONTI, Il Carabiniere visto dagli scrittori ita-
liani, Perugia, Umbria Editrice, 1980, pag. 293.
(4) Sciascia era stato eletto nel Partito Radicale e, come deputato, aveva preso parte alla commis-
sione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Aldo Moro presentando una sua relazione di
minoranza che, ridotta e semplificata, è stata pubblicata nel volume L’affaire Moro con aggiunta
la relazione parlamentare, Milano, Adelphi, 1994.
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