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“LIBRO BIANCO” PER LA SICUREZZA INTERNAZIONALE E LA DIFESA
rafforzare le capacità di pianificazione e condotta delle missioni e delle opera-
zioni europee. Obiettivo che può essere conseguito attraverso una maggiore
integrazione civile e militare, lo sviluppo della base tecnologica e industriale
europea, meccanismi più efficaci di finanziamento comunitari delle attività di
sicurezza e difesa, una complementarietà d’azione con l’Alleanza Atlantica che
rimane il riferimento per la difesa collettiva
E dal punto di vista della cooperazione dell’industria della Difesa?
L’Europa ha bisogno di valorizzare e rafforzare ulteriormente le sue com-
petenze per poter sostenere lo sviluppo capacitivo e permettere al proprio set-
tore dell’industria della Difesa di svolgere un ruolo dinamico in un ambiente
altamente competitive. I Paesi europei che intendono muoversi in direzione di
una maggiore cooperazione nel settore della Difesa dovranno probabilmente
prepararsi a sostenerne l’onere iniziale, nella convinzione che i costi e gli sforzi
d’avvio verranno ripagati da una maggiore efficacia ed efficienza della nostra
capacità di modellare il nostro ambiente di sicurezza. Tali sforzi non dovranno
sottrarre capacità agli attuali impegni, ma piuttosto rafforzare la capacità
dell’Europa di contribuire alla Difesa della regione europea, e di proiettare sta-
bilità in aree d’importanza critica per la nostra sicurezza comune. Il risultato a
lungo termine sarà un pacchetto di capacità europeo più poderoso ed impiega-
bile che andrà anche a favore del rafforzamento dell’Alleanza Atlantica.
Può dirci in quale misura le esigenze di sicurezza e difesa legate al
Mediterraneo hanno influenzato il testo finale del documento?
Il Mediterraneo ha confermato in questi anni di essere una vera e propria
emergenza: è lì che si affacciano i principali conflitti, è lì che cresce il terrori-
smo ed è da lì che partono i principali flussi migratori. Nel Libro Bianco, fin
dalla presentazione delle Linee Guida, abbiamo indicato la criticità della situa-
zione nell’area mediterranea e la necessità di concentravi gli sforzi di pacifica-
zione e stabilizzazione. Voglio evidenziare, solo per citare un esempio, che il
nostro Paese è stato il primo a rispondere all’emergenza immigrati nelle acque
del Mediterraneo, soprattutto grazie alle Forze armate e in particolare alla
Marina Militare: mi riferisco, in particolare, all’operazione umanitaria “Mare
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