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INTERVISTA AL MINISTRO DELLA DIFESA SEN. ROBERTA PINOTTI


          sui temi della Difesa, coinvolgendo nella discussione non solo il Governo, il
          Parlamento e, più in generale, la politica, nella sua più nobile accezione, ma
          anche la più ampia comunità scientifica, industriale, sociale e culturale del Paese.
          Con  tale  consapevolezza,  abbiamo  inizialmente  presentato  al  Consiglio
          Supremo di Difesa e successivamente inviate al Parlamento, le “Linee Guida”
          per  la  realizzazione  del  Libro  Bianco,  redatte  con  la  collaborazione  del
          Ministero  degli  Affari  Esteri  e  della  Cooperazione  Internazionale.  A  questo
          documento di “sintesi iniziale” è seguita l’apertura di un canale di dialogo diret-
          to con i cittadini, rendendo pubblici tutti i documenti e i contributi più signifi-
          cativi che sono stati raccolti nel tempo e, soprattutto, attivando uno specifico
          indirizzo e-mail mediante il quale chiunque ha potuto fornire, in piena libertà,
          il proprio contributo. Sono stati realizzati diversi momenti di incontro con stu-
          diosi di relazioni internazionali, con il mondo della ricerca tecnologica e con
          rappresentanti  delle  industrie  del  comparto  difesa.  In  particolare,  presso  il
          Centro Alti Studi Difesa sono state organizzate una serie di conferenze di alto
          livello che hanno visto la partecipazione di rappresentanti, istituzionali e non,
          del mondo della ricerca e dell’industria. Sono stati inoltre ascoltati esperti di
          alcune importanti nazioni a noi più vicine e importanti organizzazioni europee,
          quali l’Agenzia Europea Difesa.


               Qual è il ruolo che il “Libro Bianco” riconosce alla Difesa Europea?
               Il Libro Bianco ha un forte contenuto europeo. Ritengo che oggi, parlare
          di integrazione europea, anche nel campo della Difesa, non sia solo una scelta,
          ma costituisca una vera e propria necessità. Da molti anni, ormai, nessun Paese
          europeo è più in grado di far fronte da solo alle esigenze di difesa e sicurezza.
          E ogni giorno vede confermata questa valutazione sul piano operativo, politi-
          co, finanziario, industriale e tecnologico. Oggi “più Europa” significa molte
          cose: innanzitutto avere la capacità di innovare le istituzioni che si occupano
          di Politica di Sicurezza e Difesa Comune (PSDC); poi, poter disporre di un
          “piano d’azione” comune per fornirsi delle capacità necessarie. L’attuale Piano
          d’Azione della Difesa Europea costituisce una buona intelaiatura all’interno
          della quale poter promuovere gli interessi degli Stati membri. Il documento,
          alla cui definizione l’Italia sta fornendo un significativo contributo, prevede di


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