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INAUGURAZIONE DELL’ANNO ACCADEMICO 2016-2017

      Numerosi altri corsi di aggiornamento vedono periodicamente interessati
Ufficiali di vari gradi in procinto di assumere funzioni e incarichi specifici.

      Signor Presidente, il futuro di una Istituzione, come pure quello di una
intera Nazione, sta nelle scuole. E in questa Scuola, l’Arma prepara i suoi quadri
del domani. A questa Scuola e al suo corpo docente, civile e militare, che chiede
di formare Comandanti che siano in condizione di preservarne intatta la credi-
bilità di cui gode in Patria e all’estero.

      Oggi nessun corso di formazione, nemmeno un corso di laurea, può con-
ferire “una preparazione per la vita”.

      Consci di questo, la Scuola Ufficiali, con la sua programmazione didattica,
i suoi approfondimenti, l’apporto del mondo accademico e delle Magistrature,
con l’intervento delle più alte professionalità del Paese, persegue il suo obiettivo
di conferire ai frequentatori una base culturale ampia e di ampio respiro.
Soprattutto, si prefigge lo scopo di “insegnare ad imparare”.

      E questo impone un allineamento costante dei programmi addestrativi a
quelle che sono le esigenze del momento, ricercando l’impiego delle più moder-
ne metodologie formative. Qui diciamo che le novità non sono sempre verità,
ma vanno conosciute, esplorate, analizzate.

      Si coniugano i vari saperi per evitare che vi siano discipline da una parte e
problemi sempre più multidimensionali e globali dall’altra.

      Ci si pone al centro tra “ciò che è stato” e “ciò che potrà essere”. E in que-
sto, si indica il “senso” degli insegnamenti giuridici e professionali praticati.

      Il “senso”, nel suo duplice significato: quello della direzione da seguire
nella vita e quello del significato vero di una singola espressione o dell’intero
insegnamento stesso.

      E nonostante le cose da sapere siano, oggi, veramente tante, rimane valida
l’affermazione di Montaigne: “È meglio una testa ben fatta, che una testa ben
piena”. Perché l’importanza della cultura e dell’educazione non risiede nell’ac-
cumulare quantitativamente dei saperi, ma nel determinare un’attitudine gene-
rale a porre e trattare problemi; nel saperli gestire, collegare, organizzare e
soprattutto risolverli in modo etico e responsabile! Etico, sì. Perché, se il “sape-
re” è fondamentale per “fare”, per “Saper fare” bisogna soprattutto “credere”
in quello che si fa. E “crederci eticamente”, percorrendo sempre la strada

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