Page 96 - Notiziario 4-2016
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ALMANACCO
1916
GORIZIA ITALIANA
i Carabinieri tra i primi a fare ingresso in città
(9 agosto)
La VI battaglia dell'Isonzo seguì la vittoriosa difesa da parte delle truppe italiane degli altipiani
tra le valli dell'Adige e della Valsugana contro l'offensiva austriaca del maggio - giugno 1916,
denominata Strafexpedition. L’obiettivo primario del Comando Supremo era la conquista di
Gorizia, subito al di là dell’Isonzo, e della antistante testa di ponte sulla sponda destra del
fiume, protette dalla possente cintura difensiva che correva dal costone del Monte San Gabriele
e del Monte Santo, a nord della città sulla riva sinistra, ai rilievi del Monte Sabotino e al
Podgora, a ovest, sulla sponda destra del fiume, fino al monte San Michele a sud.
Occupare Gorizia significava assestare un duro colpo all’esercito austro-ungarico, perché il
possesso della città garantiva il controllo sugli snodi stradali che conducevano a Lubiana, il
principale centro dell’entroterra sloveno, e a Trieste, lo sbocco sul mare dell’Impero, oltre ad
assumere un evidente valenza simbolica e propagandistica. La preparazione d’artiglieria italiana
iniziò il 6 agosto: tiri intensi e via via più precisi, grazie agli osservatori privilegiati conquistati
sul Sabotino, servirono a nascondere le colonne della 3ª Armata che avanzavano.
Gli austriaci, privi di rinforzi e risultati vani i tentativi di resistenza sulla fronte più avanzata,
furono costretti a ripiegare e già l’8 agosto le prime avanguardie italiane, guadando l’Isonzo a
nuoto, facevano ingresso a Gorizia. Era un martedì e le condizioni atmosferiche erano buone.
Nel pomeriggio, a San Lorenzo di Mossa, località sita pochi chilometri a ovest di Gorizia, venne
in tutta fretta costituito un gruppo di truppe celeri di cavalleria (le poche che non erano state
appiedate nelle trincee), tra cui due squadroni di carabinieri a cavallo, di ciclisti e di
automitragliatrici, a disposizione della 12ª Divisione.
Il compito era quello di attraversare l’Isonzo, occupare la città e lanciarsi all’inseguimento delle
truppe austriache. Al fine di consentire il passaggio del fiume, i cui ponti erano stati distrutti dal
nemico in ritirata, era stata contemporaneamente inviata una compagnia di genieri a Villa
Fausta in Lucinico, castelletto già dimora dei Conti di Campagna, poco lontano dal corso
d’acqua. I pontieri realizzarono una passerella di barche che arrivava alla riva sotto Sant’Andrea.
I movimenti degli squadroni a cavallo vennero effettuati con il buio, mentre i ciclisti presidiavano
96 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI