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CRONACHE DI IERI




                La causa si discute                                 per far da palo e avvertire lo svaligiatore delle eventuali

                                                                    sorprese. Essendosi a tanto limitata e circoscritta l’opera di
                il 12 luglio 1934 e la                              lui, è fortemente a dubitare che l’omicidio sia stato la conse-

                                                                    guenza dell’azione di Verta”.
              Corte, letti gli atti ed                              Ma dare pieno credito alla confessione di Leopoldo
                                                                    Dattilo ha altre e decisive implicazioni, che la Corte
              ascoltati i testimoni,                                spiega: “rinviando a giudizio gl’imputati, il Giudice Istrut-
                                                                    tore ha eliminato dall’imputazione l’aggravante di aver
                                                                    commesso il fatto contro un pubblico ufficiale e ciò perché ha
                     osserva che gli                                ritenuto che non vi fossero sufficienti prove per ritenere che

                                                                    Dattilo, al momento del delitto, avesse riconosciuto nella
               elementi essenziali                                  persona che prendeva di mira con la rivoltella un agente
                                                                    della forza pubblica. E ciò può ben essere, se si pensi all’or-
                                                                    gasmo che, evidentemente, dové dominare l’animo di lui nel
                 della confessione                                  vedersi sorpreso e data la notte buia e piovosa e la oscurità

                                                                    dell’androne per cui, se pure il Carabiniere Mascalchi fece
               di Leopoldo Dattilo                                  animosamente irruzione nell’atrio con la lampadina tascabile
                                                                    accesa e non la spense, com’è stato riferito al dibattimento,
                                                                    riusciva abbastanza difficile riconoscerlo a prima vista come
                  trovano riscontro                                 un Carabiniere, avvolto com’era nel suo mantello nero, tenuto

                                                                    conto che le lampadine tascabili, a mo’ di lanterna cieca, il-
                    nelle risultanze                                luminano bene gli oggetti distanti dal punto produttore della
                                                                    luce e scarsamente la persona che la produce. Né il fatto che

                di tutto il processo                                l’irruzione fu improvvisa e che gli spari immediatamente
                                                                    susseguirono vale ad escludere che Dattilo avesse l’intenzione
                                                                    di uccidere l’infelice e animoso Carabiniere. L’imputato, co-
                        scritto e del                               m’egli stesso ha dichiarato, ebbe agio di vedere, sia pure fu-
                                                                    gacemente, l’individuo che aveva fatto irruzione dove egli

                dibattimento orale                                  si trovava nascosto e non sparò né in aria, né all’impazzata
                                                                    ma, mirando alla testa, esplose due colpi, cioè quanti ne con-
                                                                    teneva l’arma, a brevissima distanza dal bersaglio preso di
                                                                    mira e col preciso intento di aprirsi un varco. Per conseguirlo
            falsamente Verta. E va bene, ma come si fa a sostenere  non aveva altro mezzo che di abbattere colui che gli conten-
            che Verta prestò la rivoltella a Dattilo? Dov’è la rivoltella  deva il passo. Secondo l’accusa l’omicidio sarebbe aggravato
            che questi detiene abusivamente? La risposta della Corte  dal fatto che Dattilo commise l’omicidio per assicurarsi il
            è anche in questo caso pronta: essa trovavasi da tempo  prodotto del furto e anche l’impunità di questo reato. La
            presso  l’armaiuolo  Scavella,  dovendo  essere  riparata,  prima ipotesi è esclusa dalla circostanza che Dattilo nel fug-
            come giura il teste. A questo punto il Pubblico Mini-   gire abbandonò lo scarso bottino fatto in casa Falcone, ma
            stero ritira l’accusa nei confronti di Verta per quanto  neppure può dirsi ch’egli uccise per assicurare a sé l’impunità
            riguarda la sua responsabilità nell’omicidio commesso   del commesso furto. Assicurarsi l’impunità, ai sensi e per gli
            da Dattilo e la Corte approva la decisione spiegando:   effetti di legge, messo in relazione con l’omicidio, significa
            “egli diede l’arma verosimilmente perché il compagno si  operare con l’intenzione di sottrarsi alle conseguenze penali
            sentisse più sicuro nel compiere l’impresa ladresca e durante  derivanti dal reato in modo, cioè, da evitare o almeno far di
            il compimento di questa si mantenne a distanza dal villino  tutto per evitare di essere tenuto a rispondere del reato”.



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO IX  43
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