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stanziato a Chambery ebbe l’ordine di recarsi in Piemonte.
Come, si conoscevano le idee anticostituzionali e le mene
segrete del barone De Righini capo di questo corpo, il capi-
tano Laneri che era allora a San Giovanni di Moriana
ebbe il carico di arrestarlo e di condurlo sotto scorta a Torino.
Egli obbedì senza pur sospettare che un giorno sarebbe im-
piccato per questo arresto di cui provò la legalità presentando
l’ordine scritto dalla mano stessa del principe».
Queste dichiarazioni sembrerebbero sminuire le re-
sponsabilità del Laneri, tuttavia sono contenute in un
volume (Atto Vannucci, I martiri della libertà italiana
dal 1794 al 1848. Ed. Treves, Milano-1872) edito in un
periodo in cui s’erano consolidati i valori del Risorgi-
mento e la bontà della scelta costituzionale da parte
della monarchia, per cui occorreva riabilitare le figure
di chi avesse offerto la vita per tali ideali.
Altro elemento che può deporre a favore del Laneri, al
netto del suo legame con ambienti come quelli masso-
nici e carbonari, fu quanto decise al suo riguardo il re
Carlo Felice. Ancorchè la sentenza avesse contemplata
la confisca dei suoi beni, il sovrano li assegnò alla vedova
e alle figlie, e raddoppiò la pensione loro spettante, an-
corché inizialmente la corte avesse stabilito di non ero-
garla. Non troviamo un comportamento altrettanto cle-
mente per altri, e Carlo Felice si dimostrò estremamente
attento nel sanzionare quanto accaduto: vennero sciolti
anche reparti di grande prestigio e strettamente legati
alla Corona, come Dragoni del Re, Dragoni della Regina
e Cavalleggeri del Re, mentre per i condannati a morte Sicilie, e al Capitano Aiutante Maggiore Giacomo Ga-
in contumacia, rifugiatisi all’estero, si dispose il ricorso relli dell’Armata Sarda, anch’egli un reduce delle truppe
alla condanna a morte in effigie, appendendo al cappio del Regno d’Italia che avevano combattuto a fianco a
il ritratto o un fantoccio che rappresentasse l’interessato. quelle francesi di Napoleone. Vengono citati nel saggio
Nulla vieta che, accortosi dell’errore o dell’esagerata du- di Mariano d’Ayala, “I primi quattro martiri della libertà
rezza della sentenza, abbia tentato di mitigarne gli effetti italiana nel 1821, primo tenente Michele Morelli, capitano
almeno con provvedimenti di natura patrimoniale a fa- Giacomo Garelli, luogotenente Giambattista Laneri, sot-
vore dei superstiti della famiglia. totenente Giuseppe Silvati” del 1861.
Ritengo infine utile sottolineare un ulteriore particolare. È interessante che il Laneri venga indicato col grado
Il nome del Laneri compare anche in una pubblicazione conferitogli dai rivoluzionari, come a voler restituire
del 1861, unitamente ai più noti Tenenti Michele Mo- una legittimità al suo operato. Rammentiamo infatti
relli e Giuseppe Silvati fucilati nel Regno delle Due che, se pure nel 1821 il suo gesto venne sanzionato
34 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 6 ANNO VIII