Page 34 - Notiziario Storico 2023-6
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PAGINE DI STORIA













            stanziato a Chambery ebbe l’ordine di recarsi in Piemonte.
            Come, si conoscevano le idee anticostituzionali e le mene
            segrete del barone De Righini capo di questo corpo, il capi-
            tano Laneri che era allora a San Giovanni di Moriana
            ebbe il carico di arrestarlo e di condurlo sotto scorta a Torino.
            Egli obbedì senza pur sospettare che un giorno sarebbe im-
            piccato per questo arresto di cui provò la legalità presentando
            l’ordine scritto dalla mano stessa del principe».
            Queste  dichiarazioni  sembrerebbero  sminuire  le  re-
            sponsabilità del Laneri, tuttavia sono contenute in un
            volume (Atto Vannucci, I martiri della libertà italiana
            dal 1794 al 1848. Ed. Treves, Milano-1872) edito in un
            periodo in cui s’erano consolidati i valori del Risorgi-
            mento e la bontà della scelta costituzionale da parte
            della monarchia, per cui occorreva riabilitare le figure
            di chi avesse offerto la vita per tali ideali.
            Altro elemento che può deporre a favore del Laneri, al
            netto del suo legame con ambienti come quelli masso-
            nici e carbonari, fu quanto decise al suo riguardo il re
            Carlo Felice. Ancorchè la sentenza avesse contemplata
            la confisca dei suoi beni, il sovrano li assegnò alla vedova
            e alle figlie, e raddoppiò la pensione loro spettante, an-
            corché inizialmente la corte avesse stabilito di non ero-
            garla. Non troviamo un comportamento altrettanto cle-
            mente per altri, e Carlo Felice si dimostrò estremamente
            attento nel sanzionare quanto accaduto: vennero sciolti
            anche reparti di grande prestigio e strettamente legati
            alla Corona, come Dragoni del Re, Dragoni della Regina
            e Cavalleggeri del Re, mentre per i condannati a morte  Sicilie, e al Capitano Aiutante Maggiore Giacomo Ga-
            in contumacia, rifugiatisi all’estero, si dispose il ricorso  relli dell’Armata Sarda, anch’egli un reduce delle truppe
            alla condanna a morte in effigie, appendendo al cappio  del Regno d’Italia che avevano combattuto a fianco a
            il ritratto o un fantoccio che rappresentasse l’interessato.  quelle francesi di Napoleone. Vengono citati nel saggio
            Nulla vieta che, accortosi dell’errore o dell’esagerata du-  di Mariano d’Ayala, “I primi quattro martiri della libertà
            rezza della sentenza, abbia tentato di mitigarne gli effetti  italiana nel 1821, primo tenente Michele Morelli, capitano
            almeno con provvedimenti di natura patrimoniale a fa-   Giacomo Garelli, luogotenente Giambattista Laneri, sot-
            vore dei superstiti della famiglia.                     totenente Giuseppe Silvati” del 1861.
            Ritengo infine utile sottolineare un ulteriore particolare.  È interessante che il Laneri venga indicato col grado
            Il nome del Laneri compare anche in una pubblicazione   conferitogli  dai  rivoluzionari,  come  a  voler  restituire
            del 1861, unitamente ai più noti Tenenti Michele Mo-    una legittimità al suo operato. Rammentiamo infatti
            relli e Giuseppe Silvati fucilati nel Regno delle Due   che,  se  pure  nel  1821  il  suo  gesto  venne  sanzionato



            34 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 6 ANNO VIII
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