Page 61 - Notiziario 2021-1
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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA













            luzioni di controluce romantica. Il gioco luministico
            mette in rilievo la figura del carabiniere al centro che,
            con la mano destra al petto e la sinistra alzata con la
            palma aperta, assume quasi le sembianze di un martire
            cristiano. Evidentemente l’artista esprime nell’opera
            l’intento di contrapporre il protagonista, rifulgente di
            virtù e coraggio, agli aguzzini biechi e brutali. Dalla
            luce sullo sfondo, generata dall’arma da fuoco, emerge,
            tra rivoli di fumo, il profilo del cavallo spaventato. I
            toni scuri con cui è dipinto l’animale, sullo sfondo
            chiaro  prodotto  dallo  sparo,  accentuano  la  rigidità
            della figura che concentra la sua tensione massima nel
            collo arcuato, trattenuto per le redini da due rivoltosi.
            Il prezioso dipinto è riportato in litografia anche in
            una particolare versione dell’ordine del giorno descrit-
            tivo del fatto, in cui si può ammirare la traduzione in
            stampa della tela del Gonin.
            A questo punto, è doveroso sottolineare che anche sul
            piano storico, nella vicenda di Scapaccino, il cavallo
            assolve ad un ruolo di primo piano. Nel volume I ca-
            rabinieri reali di Quinto Cenni, pubblicato nel 1894,
            si legge infatti che «Lo Scapaccino sembra si raccolga un
            istante, come animato da una subitanea idea; cerca di im-
            pugnare la pistola per aprirsi un varco ad ogni costo fra
                                                                      MORTE DEL CARABINIERE GIOVANNI BATTISTA SCAPACCINO
            quella gente; il cavallo s’impenna, ma egli lo sprona e si    (3 FEBBRAIO 1834), BOZZETTO DI LIVIO APOLLONI
            getta addosso a quell’ostacolo che gl’impedisce il passaggio».  (MUSEO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI)
            È la stessa descrizione che si trova nel disegno Morte
            del Carabiniere Giovanni Battista Scapaccino (3 feb-    guida la rivolta del febbraio 1834), dedicata al valoroso
            braio 1834), realizzato da Livio Apolloni, in cui il ca-  carabiniere, in cui la centralità della tela è occupata
            vallo ed il carabiniere sovrastano in un impeto furioso  dalle figure dei rivoltosi che si stagliano in primo
            i rivoltosi di spalle, ritratti in primo piano. Il disegno  piano; ad esse si contrappongono, in secondo piano,
            su carta di Apolloni, conservato al Museo, alla stessa  disposti secondo uno schieramento inespugnabile, le
            stregua della più celebre tela del Gonin, è molto pre-  figure dei carabinieri a cavallo; in terzo piano si trova
            ciso e mostra una drammaticità quasi teatrale nella     l’episodio di nostro interesse: la morte del carabiniere
            sua  composizione.  Teatralità  comune  a  numerose     Giambattista Scapaccino. I colori sono vivaci, i manti
            opere  a  carattere  storico-documentale  conservate    dei cavalli eterogenei, come nella tradizione pittorica
            presso il Museo Storico.                                del D’Arcevia che, in maniera “caleidoscopica” de-
            Ne costituisce particolare conferma, sempre riguardo    scrive un fatto che si inserisce in un contesto storico
            al fatto di Scapaccino, l’opera di D’Arcevia Tentata    più ampio che è quello dei moti rivoluzionari degli
            invasione  della  Savoia  (il  Gen.  Girolamo  Ramorino  anni Venti e Trenta dell’Ottocento.



                                                                      NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO VI  61
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