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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA













            momento sommo di un duello, in cui si tenta di sfer-
            rare il colpo mortale all’avversario. Dietro di loro, in
            secondo piano, in basso, quasi come in un flashback
            cinematografico, scorre la massa degli squadroni a ca-
            vallo che procedono alla carica. I cavalli che popolano
            questa porzione di tela, non perfettamente definiti,
            rappresentano una caratteristica ricorrente nella pro-
            duzione del D’Arcevia. Nonostante le figure siano
            rese con rapide pennellate, tratteggiate con linee non
            precise alla stregua delle figure in primo piano, esse
            conservano comunque una notevole forza narrativa
            tale da definire momenti a sé nell’intera trama del
            racconto proposto.
            Al Carabiniere Giovanni Boccaccio è pure dedicato
            un acquerello su carta di Vittorio Fiore, Carabiniere
            Giovanni Boccaccio, primo caduto in conflitto a fuoco con
            briganti. Qui il racconto prende vita da rapide pennel-
            late  che  rendono  il  paesaggio  circostante  assoluta-
            mente indefinito, mentre le figure di tre cavalieri e dei
            rispettivi cavalli, si stagliano sullo sfondo con i carat-
            teristici colori delle loro uniformi. Dalla postura del
            cavallo e del carabiniere centrali, si deduce che l’attimo
            immortalato dall’artista è esattamente quello in cui
            Boccaccio, colpito da un proiettile esploso da uno dei
            malviventi  evasi,  cade  dalla  sella  esanime.  In  que-  PARTICOLARE DI CARABINIERE GIOVANNI BOCCACCIO, PRIMO
                                                                          CADUTO IN CONFLITTO A FUOCO CON BRIGANTI,
            st’opera i militari vengono ritratti di spalle, forse per    ACQUERELLO SU CARTONCINO DI VITTORIO FIORE
            accrescere la drammaticità dell’evento, forse per l’as-        (MUSEO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI)
            senza di notizie certe sul carabiniere morto in servizio
            nei primi anni di vita del Corpo, del quale però non è  rabiniere a cavallo G. Battista Scapaccino (3 febbraio
            difficile immaginarne alcuni tratti distintivi: doveva  1834) di Francesco Gonin, una delle tele più impor-
            essere alto non meno di 39 once piemontesi (circa un    tanti dell’intera collezione. Il dipinto faceva parte della
            metro e 70 centimetri), era stato già militare prima    pinacoteca reale del Quirinale e nel 1946, a seguito del
            dell’arruolamento nell’Arma, sapeva leggere e scrivere  mutamento istituzionale dello Stato, fu donata al Co-
            quanto necessario, era libero da vincoli coniugali.     mando Generale dell’Arma dei Carabinieri, quindi
            Caratteristiche sicuramente comuni anche al Carabi-     conservata  al  Museo  Storico.  Essa  rappresenta  il
            niere Giambattista Scapaccino, primo decorato di me-    drammatico  attimo  in  cui  il  Carabiniere  a  cavallo
            daglia  d’oro  al  valor  militare  dell’Armata  Sarda,  Giambattista Scapaccino viene colpito dai rivoltosi a
            rimasto vittima di rivoltosi il 3 febbraio 1934. Al ri-  fucilate. La scena notturna dell’agguato è sapiente-
            guardo, il Museo Storico conserva delle preziose opere  mente illuminata dai bagliori degli spari e da luci basse
            tra le quali la più nota è sicuramente Sacrificio del Ca-  che creano densi intrecci chiaroscurali prossimi a so-



            58 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO VI
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