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CRONACHE DI IERI
Ortona fu messa
ferro e fuoco da una
moltitudine di persone e la binieri Pietro Cervo, Luigi
sede municipale invasa e de- moltitudine di Tacciara ed Elpidio Mar-
vastata nel corso della som- zetti che cercavano di cal-
mossa popolare, con la persone sollevatasi mare gli animi e condurre a
perdita dei carteggi e dei più miti consigli coloro che,
documenti d’archivio dati più esagitati degli altri,
alle fiamme. Soltanto la contro la tassa erano i trascinatori della
forza pubblica era riuscita a folla.
limitare i danni e ad assicu- del “fuocatico”. A nulla valsero le esorta-
rare alla giustizia i colpevoli zioni del sottufficiale del-
di quelle tremende ore di l’Arma al sindaco, Olinto
guerriglia urbana. La sede municipale Primavera, di parlare ai ma-
Il 19 aprile di quel 1885 ca- nifestanti per ricondurli alla
persone si erano radunate, fu assaltata, invasa calma. Questi per il timore
deva di domenica. Molte
suscitato dai toni feroci
sin dalle prime ore del mat- della protesta o perché sem-
tino, nel centro urbano di e devastata. plicemente ispiratosi al go-
Ortona con un ritratto di vernatore romano Ponzio
sua maestà il re e due ban- Dagli uffici Pilato, giacché la proposta
diere nazionali. Come ben dell’applicazione della tassa
sapeva e temeva l’Arma dei furono scaraventati del fuocatico non era stata
Carabinieri Reali, che moni- sua, aveva deciso ostinata-
torava la situazione, tutti i mente di non immischiarsi
convenuti non avevano in in strada mobilio, nell’affare e di tenersi ben
animo di dare forma ad una lontano da quei disordini.
ma di protestare, invece, con- carteggi e documenti E a nulla valsero le esorta-
manifestazione patriottica,
zioni fatte ai manifestanti
tro l’amministrazione comu- che, non preoccupandosi
nale per l’iniqua tassa del fuo- d’archivio a cui fu dato troppo del diritto e della
catico (vedi Notiziario Storico legge, in un momento di
Le cronache del tempo ri- sciaguratamente fuoco massima tensione, abbat-
N. 5 Anno III, pag. 63).
tuto il portone e penetrati
feriscono che in massima nel palazzo municipale, si
parte si trattava di operai e contadini, radunati sulla abbandonarono alla devastazione e al saccheggio degli
piazza appena entro le mura della città. Un migliaio uffici comunali con il lancio dalle finestre del mobilio,
di persone che, ad un segnale convenuto, al grido di delle carte d’ufficio e delle porte divelte che, una volta
«viva il Re, viva la Regina, abbasso il municipio, gli im- sul selciato, furono date alle fiamme.
piegati comunali e la tassa del fuocatico» si diressero verso Il Maresciallo Baldacconi con i suoi militari, recuperati
il palazzo del municipio. Erano in servizio di ordine in caserma i moschetti con inastate le baionette, dopo
pubblico il Maresciallo Egisto Baldacconi con i Cara- aver chiesto rinforzi, si precipitò verso il palazzo co-
44 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO V