Page 58 - Notiziario 2019-3
P. 58

CRONACHE DI IERI





            formulare subito ipotesi funeste sulla sorte toccata al
            Deputato socialista: l’auto appariva impolverata, con il
            vetro posteriore infranto, la tappezzeria interna lacerata
            in più parti e con evidenti macchie di sangue.
            La Magistratura intraprese immediatamente le indagini
            che,  peraltro,  furono  subito  ben  indirizzate,  indivi-
            duando nel citato Dumini il responsabile principale del
            delitto. Dall’altra parte il governo, ufficialmente impe-
            gnato a perseguire i colpevoli della sparizione, in realtà
            si adoperava per impedire che fossero individuati i reali
            mandanti dell’operazione, ed il primo sospettato era
            proprio Mussolini. I due Giudici Istruttori che dirige-
            vano le indagini, fermi sostenitori dell’indipendenza
            della Magistratura, furono in breve tempo uno pro-
            mosso e trasferito, l’altro costretto all’inattività.
            Il caso, quindi, assunse un’importanza più politica che
            giudiziaria: il 26 giugno, i Deputati dell’opposizione, per
            stigmatizzare l’ignavia del governo nella ricerca della
            verità, attuarono la forma di protesta passata alla Storia
            come la “Secessione dell’Aventino” (dal nome del colle
            romano ove, in età repubblicana, si ritirarono i plebei in  UN CARABINIERE CON LA GIACCA DI
                                                                     MATTEOTTI: FU QUESTO IL PRIMO IN-
            contrasto con i patrizi), disertando le riunioni del Par-  DIZIO CHE CONDUSSE GLI INQUIRENTI
            lamento. Le indagini dei Carabinieri, comunque, con-     NELLE ZONA DOVE IL CADAVERE DEL
                                                                     DEPUTATO ERA STATO SEPOLTO
            tinuarono, ma era chiaro a tutti quanto pericoloso fosse
            muoversi in quel contesto che andava ben oltre le già
            delicate responsabilità di polizia giudiziaria.
            Nel pomeriggio del 12 agosto, nel bosco della Quarta-   sulla sorte toccata al Deputato. Fu infatti il Brigadiere
            rella, agro del comune di Riano (RM), a circa 25 Km     stesso a rinvenire in un tombino poco distante dal chia-
            dalla Capitale, un cantoniere trovò una giacca occultata  vicotto la manica mancante dalla giacca, confermando
            in un chiavicotto [opera in muratura per regolare il de-  così agli inquirenti che l’area del bosco della Quartarella
            flusso delle acque], sporca di sangue e terriccio, priva di  era quella dove si dovevano concentrare le ricerche.
            una manica; lo stesso, insospettito, consegnò l’indu-   Solo il 16 agosto, però, 67 giorni dopo la sua sparizione,
            mento al Capostazione di Sacrofano (RM). La giacca,     il cadavere dell’On. Matteotti venne rinvenuto casual-
            che risulterà effettivamente essere quella indossata da  mente dal Brigadiere dell’Arma Ovidio Caratelli, del
            Matteotti il giorno del suo rapimento, venne ritirata la  luogo, che, libero dal servizio, col suo cane, stava effet-
            mattina del 13 agosto dal Capitano dei Carabinieri Do-  tuando un’escursione nella campagna. La salma, in evi-
            menico  Pallavicini,  Comandante  della  Compagnia      dente stato di decomposizione, era stata lasciata in una
            Esterna di Roma. Il contributo dell’Ufficiale fu essen-  piccola fossa già adibita a carbonaia, difficile da indivi-
            ziale nelle ore immediatamente successive al ritrova-   duare perché celata da arbusti e querce. L’identificazione
            mento  del  reperto:  dopo  aver  preso  in  consegna   fu possibile grazie ad una perizia odontoiatrica, che per-
            l’indumento appartenuto a Matteotti, il Capitano si     mise di accertarne l’identità: gli esami disposti sui resti
            recò alla Stazione di Prima Porta, dove ordinò al Co-   stabilirono che Giacomo Matteotti era morto a seguito
            mandante, Brigadiere Mario Piras, di battere a tappeto  di una ferita d’arma da taglio inferta sulla parte sinistra
            la zona al fine di recuperare altre tracce utili per far luce  del torace.




            58 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO IV
   53   54   55   56   57   58   59   60   61   62   63