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CRONACHE DI IERI
formulare subito ipotesi funeste sulla sorte toccata al
Deputato socialista: l’auto appariva impolverata, con il
vetro posteriore infranto, la tappezzeria interna lacerata
in più parti e con evidenti macchie di sangue.
La Magistratura intraprese immediatamente le indagini
che, peraltro, furono subito ben indirizzate, indivi-
duando nel citato Dumini il responsabile principale del
delitto. Dall’altra parte il governo, ufficialmente impe-
gnato a perseguire i colpevoli della sparizione, in realtà
si adoperava per impedire che fossero individuati i reali
mandanti dell’operazione, ed il primo sospettato era
proprio Mussolini. I due Giudici Istruttori che dirige-
vano le indagini, fermi sostenitori dell’indipendenza
della Magistratura, furono in breve tempo uno pro-
mosso e trasferito, l’altro costretto all’inattività.
Il caso, quindi, assunse un’importanza più politica che
giudiziaria: il 26 giugno, i Deputati dell’opposizione, per
stigmatizzare l’ignavia del governo nella ricerca della
verità, attuarono la forma di protesta passata alla Storia
come la “Secessione dell’Aventino” (dal nome del colle
romano ove, in età repubblicana, si ritirarono i plebei in UN CARABINIERE CON LA GIACCA DI
MATTEOTTI: FU QUESTO IL PRIMO IN-
contrasto con i patrizi), disertando le riunioni del Par- DIZIO CHE CONDUSSE GLI INQUIRENTI
lamento. Le indagini dei Carabinieri, comunque, con- NELLE ZONA DOVE IL CADAVERE DEL
DEPUTATO ERA STATO SEPOLTO
tinuarono, ma era chiaro a tutti quanto pericoloso fosse
muoversi in quel contesto che andava ben oltre le già
delicate responsabilità di polizia giudiziaria.
Nel pomeriggio del 12 agosto, nel bosco della Quarta- sulla sorte toccata al Deputato. Fu infatti il Brigadiere
rella, agro del comune di Riano (RM), a circa 25 Km stesso a rinvenire in un tombino poco distante dal chia-
dalla Capitale, un cantoniere trovò una giacca occultata vicotto la manica mancante dalla giacca, confermando
in un chiavicotto [opera in muratura per regolare il de- così agli inquirenti che l’area del bosco della Quartarella
flusso delle acque], sporca di sangue e terriccio, priva di era quella dove si dovevano concentrare le ricerche.
una manica; lo stesso, insospettito, consegnò l’indu- Solo il 16 agosto, però, 67 giorni dopo la sua sparizione,
mento al Capostazione di Sacrofano (RM). La giacca, il cadavere dell’On. Matteotti venne rinvenuto casual-
che risulterà effettivamente essere quella indossata da mente dal Brigadiere dell’Arma Ovidio Caratelli, del
Matteotti il giorno del suo rapimento, venne ritirata la luogo, che, libero dal servizio, col suo cane, stava effet-
mattina del 13 agosto dal Capitano dei Carabinieri Do- tuando un’escursione nella campagna. La salma, in evi-
menico Pallavicini, Comandante della Compagnia dente stato di decomposizione, era stata lasciata in una
Esterna di Roma. Il contributo dell’Ufficiale fu essen- piccola fossa già adibita a carbonaia, difficile da indivi-
ziale nelle ore immediatamente successive al ritrova- duare perché celata da arbusti e querce. L’identificazione
mento del reperto: dopo aver preso in consegna fu possibile grazie ad una perizia odontoiatrica, che per-
l’indumento appartenuto a Matteotti, il Capitano si mise di accertarne l’identità: gli esami disposti sui resti
recò alla Stazione di Prima Porta, dove ordinò al Co- stabilirono che Giacomo Matteotti era morto a seguito
mandante, Brigadiere Mario Piras, di battere a tappeto di una ferita d’arma da taglio inferta sulla parte sinistra
la zona al fine di recuperare altre tracce utili per far luce del torace.
58 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO IV