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CRONACHE DI IERI









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            ferito due volte. Passato nell’Arma, a sua domanda,
            nel maggio 1917,  fu assegnato, prima come ausiliario         Carmana ordinò
            e poi come effettivo, alla Legione di Genova, e de-
            stinato  alla  Compagnia  Carabinieri  dell’Arsenale                di chiudere
            della  Spezia  in  qualità  di  addetto  al  controllo  del
            personale civile impiegato nei lavori dell’opificio.
            L’episodio che lo rese meritevole della massima ri-              alle sue spalle
            compensa al valor militare, avvenne alla Spezia il 4
            giugno  1920,  quando  una  settantina  di  anarchici,                   la porta
            guidati da Dante Carnesecchi e Renzo Novatore, ar-
            mati in modo assai rudimentale ma non per questo
            meno  pericoloso,  tentarono  di  impossessarsi  degli         della polveriera
            esplosivi custoditi nell’Arsenale della Spezia. Piombato
            sul corpo di guardia “N” della polveriera di Vallegrande,          affrontando
            il gruppo di anarchici disarmò i marinai di servizio,
            impadronendosi delle armi e munizioni che vi si tro-                     da solo
            vavano. Quindi i rivoltosi attaccarono anche il corpo
            di guardia “G”, sorvegliato da un altro drappello di
            marinai, riuscendo a impossessarsi di ulteriori muni-                e senza vie
            zioni. Imbaldanziti da questi due successi ed equi-
            paggiati con le armi delle sentinelle, gli insorti si di-                 di fuga
            ressero  verso  la  polveriera,  tentando  di  invadere  il
            recinto del deposito per impadronirsi delle ingenti
            quantità di esplosivi che vi erano conservati. Ma al-               gli assalitori
            l’ingresso  principale  del  deposito  era  di  servizio
            Leone  Carmana,  che,  appena  notata  la  torma  dei
            malintenzionati che si avvicinava minacciosa, ordinò
            al custode di chiudere il portone dell’edificio, blindando  norosi con il suo moschetto, non sarebbe però potuta
            in tal modo la polveriera, ma precludendosi anche       durare a lungo. Finalmente, il fragore dello scontro
            qualsiasi via di fuga. Imbracciato quindi il moschetto,  fece accorrere sul posto un plotone di marinai, guidato
            dopo  essere  stato  fatto  segno  a  numerosi  colpi  di  da un tenente, che riuscì in breve tempo a disperdere
            arma  da  fuoco  da  parte  degli  anarchici,  ad  una  gli aggressori nei boschi vicini. Secondo le cronache
            distanza di circa trenta metri aprì anche lui il fuoco,  del tempo, grazie all’impresa di Carmana, ben quat-
            mirando agli assalitori, che ogni tanto facevano ca-    tromila tonnellate di esplosivo non finirono in mano
            polino, non osando però avanzare ulteriormente per      agli anarchici.
            la ferma opposizione del giovane militare. Il conflitto  Per i fatti di Vallegrande sarebbero stati poi arrestati
            a fuoco era difficile da sostenere, ma ciò non scoraggiò  gli anarchici Dante Carnesecchi e Pasquale Binazzi,
            l’ardimentoso carabiniere, anche quando fu colpito a    rispettivamente il 28 settembre e il 27 luglio 1920.
            un piede dal fuoco degli aggressori. La resistenza di   In un rapporto inviato al prefetto di Genova Cesare
            Carmana, che continuava a mantenere lontani i faci-     Poggi all’indomani della vicenda, così il viceprefetto



            74 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO IV
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