Page 97 - Notiziario 2017-5
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ALMANACCO









































                                                                                      A SINISTRA IL CAPITANO ERNESTO SEQUI.
                                                                                     SOPRA AEREI SAML E AVIATORI DELLA 118ª
                                                                               SQUADRIGLIA (FONTE: I REPARTI DELL’AVIAZIONE
                                                                        ITALIANA NELLA GRANDE GUERRA - UFFICIO STORICO AM)




            zona di guerra come pilota prima con la 76ª Squadriglia  dovere”. Sempre ad ottobre si distinse anche il Brigadiere
            e successivamente con la 70ª Squadriglia aeroplani da   Edgardo Baldazzi, nato a Cesena il 9 dicembre 1890, il
            caccia Henriot, della quale divenne comandante. Durante  quale,  destinato  in  zona  di  operazioni  con  la  118ª
            le sue numerose sortite aeree nei cieli nemici riuscì ad  Squadriglia aeroplani da ricognizione “Saml”, portò a
            abbattere un velivolo avversario e a compiere più di 50  termine  varie  missioni  penetrando  in  profondità  le
            voli di guerra e 20 missioni di scorta. Per le sue innu-  linee nemiche e acquisendo informazioni preziose. In-
            merevoli  operazioni  al  termine  del  conflitto  gli  fu  gaggiò  più  volte  vittoriosamente  combattimento  con
            concessa la medaglia d’argento al valor militare con la  pattuglie avversarie meritando, per le sue operazioni in
            seguente motivazione: “ardito pilota da caccia e ottimo  volo, la medaglia d’argento al valor m ilitare, che gli fu
            comandante di squadriglia prese parte a numerosi mi-    conferita con la seguente motivazione: “Pilota di aero-
            tragliamenti a bassa quota contro truppe nemiche ri-    plano abilissimo, nelle innumerevoli azioni di guerra
            tornando  spesso  con  l’apparecchio  gravemente  dan-  compiute, portò sempre a termine i compiti affidatigli,
            neggiato dal tiro avversario. Il 17 giugno 1918 sotto la  attraverso l’intenso tiro antiaereo che spesso gli danneggiò
            pioggia dirotta abbassatosi per meglio colpire il bersaglio  gravemente l’apparecchio, e nonostante la minaccia di
            e  rimasto  gravemente  ferito  il  dolore  e  la  copiosa  più velivoli nemici, di cui sostenne audacemente l’offesa,
            perdita  di  sangue  riuscì  a  riportare  l’apparecchio  al  impegnando combattimento. In ogni occasione dette
            proprio campo. Costante esempio ai suoi dipendenti di   costanti, mirabili prove di audacia, fermezza e sprezzo
            audacia  e  di  costanza  e  di  elevato  sentimento  del  del pericolo”.                                     Giovanni Salierno





                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO II 97
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