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PAGINE DI STORIA
Nord Ovest di Bechenwald, circondato da una foresta L’annuncio
di faggi, larici e betulle, il lager di Dora era stato dell’armistizio
ideato per la costruzione dei missili a lunga gittata suscita sentimenti
V1 e V2 per volere di Hitler, a seguito della distruzione, contrastanti negli
avvenuta tra il 17 e 18 agosto 1943, della precedente animi degli Italiani.
base di Peenemunde a opera della Royal Air Force. I più accolgono
Prima di essere un luogo di morte, Dora è un grande la notizia con
laboratorio scientifico che si sviluppa sottoterra: due entusiasmo, nella
grandi tunnel, contraddistinti dalle lettere “A” e “B”, convinzione che gli
che traforano da una parte all’altra una collina per orrori della guerra
tre chilometri. Alcune gallerie, lunghe circa 200 metri,
collegano i tunnel. Nei sotterranei si snoda una rete siano finiti
ferroviaria adibita al movimento dei materiali.
Il lavoro scientifico portato avanti nei tunnel per rea- le quali è possibile ricostruire la struttura e la storia
lizzare il missile a lunga gittata Vergeltungswaffe, del sito nonché la vita all’interno dello stesso, ve ne è
“arma di rappresaglia”, diretto dallo scienziato tedesco una, dattiloscritta, nella quale è chiaramente leggibile,
Von Braun, vede impegnati decine di migliaia di pri- nonostante gli effetti del tempo, la firma del carabiniere
gionieri di tutte le nazionalità: tra questi oltre mille che l’ha redatta: Stefanelli Armando.
italiani di cui molti carabinieri. Catturato a seguito dell’armistizio, il ventiduenne
Inizialmente le condizioni di vita nel campo di Dora Stefanelli sopravvive per ben sette mesi in una delle
sono così dure che l’aspettativa di vita è ridotta a circa quaranta gallerie del campo di Dora, uscendone
pochi mesi. Gli italiani lavorano, scavando, nei freddi in tutto solo quattro volte e solo per assistere all’im-
e umidi tunnel per molte ore, senza mai uscire; piccagione di prigionieri politici e internati militari.
terminati i lunghi ed estenuanti turni, dormono al- Tra i giustiziati c’era anche un carabiniere trovato
l’interno delle gallerie. ancora in possesso, della pistola d’ordinanza.
Una prova delle difficili condizioni di vita nel campo Nella fabbrica della morte vengono deportati anche
è data dall’intercessione dello stesso Von Braun presso alcuni appartenenti della 417^ Sezione Carabinieri
gli addetti alla vigilanza per far alleviare il trattamento addetta alla II Divisione Alpina Tridentina, catturati
riservato ai prigionieri. Lo scienziato non è mosso,
tuttavia, da senso di umanità ma dalla considerazione
che la morte dei prigionieri rende necessario il loro
rimpiazzo con conseguenti rallentamenti nel compi-
mento del progetto. Privazione del cibo, orari di
lavoro estenuanti e vestiario non idoneo alle condizioni
climatiche e di lavoro sono solo una parte delle
violenze usate nei confronti dei prigionieri, spesso
facili vittime dei loro carcerieri. Tra le relazioni, con-
servate presso l’Ufficio Storico dell’Arma, attraverso
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO II 65