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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA
“ZAGAGLIA” - PUNTA UTILIZZATA SULLE LANCE DAL POPOLO ZULU
paracadutista Muscolino evade dal campo. Prima di mente di raccontare come riesce a rimanere in vita
allora il sottufficiale aveva già tentato la fuga ben
quattro volte. Anche se ripreso, le dure esperienze durante i venti giorni di fuga, per timore di non
maturate nei tentativi di evasione erano tornate utili
nel quinto ed ultimo tentativo. essere creduto. Nella lettera viene però sottolineata
Prima di evadere, però, il Brig. Eugenio Muscolino,
eludendo la vigilanza inglese, era riuscito a far entrare l’importanza che la lancia ebbe nella fuga:“... ad un
nel campo di prigionia, tramite un soldato coloniale certo punto rimasi completamente nudo, la suddetta
zulu, la punta di una lancia. Denominata “zagaglia”, lancia, munita di bastone, non mi abbandonò mai
la lunga punta, che veniva innestata dalle tribù anzi mi fu di grande ausilio nell’attraversamento della
africane su una corta lancia, era una efficace arma foresta e dei fiumi infestati da animali feroci nonché
nella lotta corpo a corpo. L’arma, che ha un ruolo de- del Kruger National Park ove i leoni si trovavano allo
terminante nel piano di evasione e lo avrebbe avuto stato libero”.
durante la fuga, era stata acquistata al costo di una Al termine della rocambolesca fuga, fortemente de-
sterlina, prezzo elevatissimo in quel contesto, ottenuta
vendendo l’unico cappotto che proteggeva il sottufficiale perito, il Brig. paracadutista Eugenio Muscolino sarà
dal freddo. Il mattino del 13 giugno 1943 il brigadiere
paracadutista, inseguito e poi ricercato dalla polizia ricoverato presso una struttura ospedaliera per circa
Sud Africana, dopo venti giorni di marcia varca la
frontiera del Mozambico e raggiunge il territorio un mese. Dopo essersi rimesso in salute, il sottufficiale
neutro di Lourenço Marques (Africa Orientale Por-
toghese), città oggi chiamata Maputo. dell’Arma si mise attivamente a disposizione del Con-
Durante la lunga fuga, stimata dal sottufficiale in
circa 700 chilometri, il carabiniere paracadutista, solato d’Italia, senza accontentarsi di ricevere un sus-
oltre a sfuggire ai suoi inseguitori, era riuscito a
scampare alle minacce e alle insidie mortali di leoni, sidio. Terminata la guerra, il 9 giugno 1948, il Console,
serpenti e alligatori. L’uomo nell’ultima parte della
sua fuga aveva infatti attraversato anche i numerosi che aveva conosciuto il valore del sottufficiale para-
corsi d’acqua del “Kruger National Park”.
Nella lettera, conservata presso l’archivio del Museo cadutista, decide di segnalare il militare per una ri-
Storico dell’Arma, il sottufficiale omette volontaria-
compensa al valor militare.
A distanza di oltre settanta anni, la lancia africana
donata dal Brigadiere Muscolino è esposta nel Museo
dell’Arma tra i ricordi del 1° Battaglione paracadutisti
Carabinieri Reali.
L’oggetto, apparentemente estraneo alla storia e alle
vicende dei carabinieri paracadutisti, racconta e testi-
monia invece, ancora una volta, della tempra e del
valore di quei primi carabinieri paracadutisti che co-
stituirono il Reparto, ancor oggi tra i fiori all’occhiello
dell’Arma dei Carabinieri e dell’Italia.
Enrico Cursi
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO II 103