Page 9 - Forestale N. 77 novembre - dicembre 2013
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                                                                            Ancora una volta, come per
                                                                            l’olio extravergine di oliva,
                                                                            potremmo scoprirlo attra-
                                                                            verso l’analisi organolettica
                                                                            ed il prezzo.
                                                                            Per produrre un chilo di
                                                                            mozzarella servono infatti
                                                                            7/8 litri di latte fresco e il
                                                                            caseificio deve essere anche
                                                                            dotato di un sistema di rac-
                                                                            colta e di refrigerazione. La
                                                                            qualità finale dipende dalla
                 le gustative del nostro palato aspirando contem-
                                                            bontà del latte e dai fermenti che determinano
                 poraneamente aria dalla bocca, e cominciamo a
                                                            aroma e sapore. I costi di produzione oscillano
                 sentire la tipica sensazione di piccante e di amaro,
                                                            da 6 a 7 euro/chilogrammo
                 non avremo più alcun dubbio sull’attribuzione
                                                            Se al posto dei fermenti lattici si usano acido
                 dell’annata.
                                                            citrico o acido lattico si evita la fase della fer-
                                                            mentazione che origina gli aromi ma alla fine il
                 Formaggi generici                          formaggio ha meno sapore. Questa mozzarella si
                 Le valutazioni organolettiche come test per rico-  può riconoscere anche perché nell’elenco degli
                 noscere l’autenticità valgono anche per il settore  ingredienti normalmente si trova la dicitura:
                 lattiero caseario, anche se purtroppo per i for-  “correttore di acidità: acido citrico e/o acido lat-
                 maggi non a denominazione di origine protetta  tico”. Il costo di produzione diminuisce 4
                 tale valutazione non è cogente nella normativa.  euro/chilogrammo.
                 Leggendo la definizione legale di formaggio che  Diverso è il caso della commercializzazione di
                 risale addirittura al Regio D.L. n. 2033 del 1925,  formaggi a denominazione di origine controllata
                 sembra essere del tutto esclusa qualsiasi altra  o tipici, che seguono i relativi disciplinari di pro-
                 materia prima che non sia latte intero, parzial-  duzione che normalmente hanno un sistema di
                 mente o totalmente scremato, oppure crema, che  certificazione e di autenticazione ben visibile al
                 in seguito a coagulazione acida o presamica,  consumatore.
                 anche facendo uso di fermenti e di sale da cuci-  Vediamo come, ad esempio, Il Gorgonzola, for-
                 na, diventa appunto formaggio.             maggio a pasta cruda di colore bianco paglierino,
                 Tuttavia sappiamo dai dati Ismea che l’Italia  le cui screziature verdi sono dovute al processo di
                 importa  ogni anno circa 172.000 tonnellate di  erborinatura, cioè alla formazione di muffe, si
                 derivati lattieri in polvere per un valore di 288  distingue, perché le forme vengono marchiate su
                 milioni di euro (3 voce nelle importazioni lattie-  entrambe le facce piane in modo che il consuma-
                                a
                 re, dopo formaggi e latte liquido) e che,  tore, all'atto dell’acquisto, possa avere la garanzia
                 soprattutto, non vengono quasi mai dichiarati in  dell'autenticità dal marchio stampato sullo sfon-
                 etichetta pur essendo utilizzati in molti formaggi  do della stagnola che avvolge il formaggio,
                 generici a pasta filata come ad esempio la moz-  concesso esclusivamente alle aziende autorizzate
                 zarella.                                   dal Consorzio.
                 Il loro uso consente infatti di standardizzare il  Il Parmigiano Reggiano, formaggio cotto a lunga
                 contenuto proteico del latte da caseificare e quin-  stagionatura (minimo un anno) ottenuto da latte
                 di anche di standardizzare le caratteristiche  crudo, si riconosce per la caratteristica puntinatu-
                 strutturali del prodotto finito ma soprattutto di  ra sulla superficie laterale della crosta, e poi
                 ridurre i costi di produzione ed incrementare la  perché solo il Consorzio può apporre i marchi e
                 resa.                                      i contrassegni DOP del Parmigiano Reggiano,
                 Come riconoscere allora se sono stati utilizzati  anche sul prodotto grattugiato che non può esse-
                 latte in polvere o  caseine nella produzione di for-  re confezionato se non certificato con il marchio
                 maggi, in particolare di quelli freschi a pasta filata?  DOP.



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