Page 7 - Forestale N. 76 settembre - ottobre 2013
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Il Forestale n. 76 60 pagine  8-10-2013  17:45  Pagina 8


































                 ne. Ma anche passione nel sapere, nella professio-  tivo, veicolo di sensibilizzazione e di coscienza
                 nalità, nello studio profondo e accurato dei  sociale, come è accaduto per le corse organizzate
                 contesti. Ho sentito insomma che, per il forestale,  sui terreni confiscati o quella svolta in quel luogo
                 il suo non può essere un semplice “impiego”. C’è  di cruciale accoglienza e riconoscimento di digni-
                 quasi sempre dietro una “vocazione”, che può  tà che è l’isola di Lampedusa.
                 essere innata, ma che si può a volte anche scopri-
                 re quando ci si ritrova in contesti che sanno  E infine che messaggio ci lasci, a noi che
                 trasmetterti il senso e la bellezza del loro servizio.  lavoriamo ancora tra i boschi e le foreste?
                 Del resto la costruzione del bene, in ogni campo,  È un invito a continuare a incarnare, nel vostro
                 comincia proprio dal fare bene – con passione e  servizio alla collettività, quelle parole chiave con-
                 con responsabilità – quello che si fa.     tenute nello straordinario racconto che citi
                                                            nell’articolo, “L’uomo che piantava gli alberi” di
                 Come è nato questo cammino assieme?        Jean Giono. Queste parole sono essenzialità,
                 Dal bisogno di unire le forze nel segno di un  accoglienza, attenzione, gratuità, continuità, pas-
                 impegno comune. Libera crede da sempre nella  sione e corresponsabilità. Perché il bosco della
                 forza del Noi, il che vuol dire non solo che l’u-  vita lo costruiamo e tuteliamo insieme, facendo
                 nione fa la forza, ma che l’unione sarà tanto più  ciascuno la propria parte, con discrezione e
                 forte se costituita da esperienze, contributi e pro-  determinazione, nel coraggio ordinario – e perciò
                 fessionalità diverse. In questo senso la   tanto più “eccezionale” – di rispondere ogni
                 collaborazione con il Corpo forestale dello Stato  giorno alla nostra coscienza.
                 è stata, direi, uno sbocco naturale, così come la
                 sua articolazione su più livelli. Dall’ambito del
                 contrasto alle ecomafie  che da molti anni rap-
                 presenta uno degli affari più redditizi delle
                 organizzazioni criminali, nel costante impegno
                 nella lotta ai crimini agroalimentari, per la tutela
                 della qualità dei nostri prodotti e dei marchi del
                 made in Italy e nella repressione degli interessi
                 delle zoomafie, un controllo sempre più invasivo
                 delle mafie nella gestione delle attività illegali col-
                 legate allo sfruttamento degli animali fino alla
                 tutela dei terreni sui beni confiscati, nei quali
                 sovente si verificano atti di distruzione, vandali-
                 smi, incendi, manomissione di attrezzature. Fino
                 all’ambito sportivo con il progetto “Libera la
                 natura” per promuovere uno sport pulito, forma-

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