Page 5 - Forestale N. 76 settembre - ottobre 2013
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Il Forestale n. 76 60 pagine 8-10-2013 17:45 Pagina 6
carestia, l’incontro con Alziro Molin, grande alpi- Cosa vuol dire, don Luigi, «salire per scen-
nista del Cadore, la gita ai piedi del Monte Pelmo, dere»?
e l’accoglienza nella piccolissima baita piena di Vuol dire liberarsi dell’“io”, della sua insidiosa
dolcezza e di tradizione...E la meraviglia che ci ha zavorra, e scoprire la vita come intreccio di altez-
colto ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo, nel ze e di profondità. Il salire è allora un progressivo
vedere il sole tramontare e le pareti raccogliere avvicinarsi al nostro essere persone prima che
infinite sfumature di giallo arancione rosa viola individui. Non siamo realtà separate, chiuse in se
oro...che appena dopo si sono trasformate nel stesse – individuo significa “non divisibile” – ma
bianco magico dei Monti Pallidi, dove i Salvan relazioni e tramiti di relazioni. La relazione è la
hanno filato i raggi di quella luna che ora rischia- nostra essenza, ma è anche il nostro compito e la
rava il cielo del plenilunio. nostra responsabilità. Tutto ciò lo si può cogliere
Ma non sono state per noi le “solite” monta- nei momenti meditativi che la montagna ci offre,
gne...perchè i nostri passi si sono riempiti di ma dobbiamo essere capaci di tradurlo nella quo-
suggerimenti, intuizioni, messaggi, carezze che tidianità, in quell’andare in “pianura” che ci può
don Luigi ci regalava lungo il cammino, con non- offrire a sua volta incontri, stupori, momenti di
curanza e leggerezza, senza forse rendersi conto verità. Nella mia prospettiva sacerdotale è lo sfor-
del dono che ci stava facendo. Parlando di monti zo di saldare il Cielo con la Terra, la dimensione
e foreste, di natura ed animali, ma anche di uomi- spirituale con l’impegno sociale e civile.
ni e malvagità, di impegno e di lotta, di speranza
nei giovani, di sport, di incontro. Cosa raccontano le nostre montagne, e le
E siamo stati fieri di far parte di un Corpo fore- nostre foreste?
stale impegnato con lui nella lotta alle mafie, alla Innanzitutto vorrei dire che il linguaggio delle
violenza, alle ingiustizie, per dare una speranza ai montagne dobbiamo imparare ad ascoltarlo. È un
giovani e a tutti coloro che credono sia possibile linguaggio che si esprime attraverso il più emozio-
cambiare. Anche attraverso la natura, che sempre nante ed eloquente dei silenzi, un silenzio che
ci ha trasmesso armonia e bellezza, e attraverso comprendiamo solo se prima siamo capaci di fare
l’impegno che il CFS ha messo in sua difesa, al silenzio dentro di noi. Le montagne raccontano…
servizio dei cittadini. le Dolomiti della mia terra, ad esempio, sono un
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