Page 18 - Forestale N. 58 settembre - ottobre 2010
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Mancino, su richiesta del ministro dell’Interno, Prevenzione e repressione
Enzo Bianco, a rendere possibile l’approvazione Oggi, grazie alle inchieste che vedono spesso
del provvedimento, votato il quale il Parlamento come protagonisti anche gli uomini e le donne
terminò i propri lavori in vista delle elezioni dei Nipaf, i Nuclei investigativi provinciali di
politiche. polizia ambientale e forestale, e i Comandi sta-
A quell’emendamento, limato fino all’ultimo zione della Forestale, si conoscono le modalità
giorno utile, ci eravamo aggrappati come Le- operative di chi traffica rifiuti, le rotte che seguo-
gambiente nel tentativo di dare sostanza di no i trasporti illegali, nazionali e internazionali,
legge alla richiesta che arrivava con forza da le tipologie degli scarti che vengono “trattati”, i
tutti gli addetti ai lavori: per essere davvero effi- centri di stoccaggio e i siti di smaltimento finale.
cace, l’attività di prevenzione e di repressione Non c’è stata soltanto una intensa attività repres-
ha bisogno di strumenti adeguati, che consenta- siva: aver aumentato i rischi, a fronte degli
no di indagare in profondità. ingenti profitti garantiti da queste attività illecite,
È il caso del delitto che viene contestato ai traf- è servito anche a fare prevenzione. Proprio l’a-
ficanti di veleni: in virtù delle pene previste, fino scolto dei soggetti indagati, infatti, ha consentito
a 5 anni di reclusione che possono diventare 8 di rilevare la rinuncia, da parte di chi non ha
per i rifiuti radioattivi, può essere consentito l’u- spiccate attitudini criminali, a facili e illeciti pro-
tilizzo di intercettazioni telefoniche e ambientali fitti. Si è ridotta l’area “grigia”, ma non solo.
e si possono emettere ordinanze di custodia Grazie a queste inchieste è stata documentata
cautelare. Lo Stato, insomma, ha cominciato a con chiarezza la presenza nel ciclo illegale dei
fare sul serio. E i risultati si sono visti immedia- rifiuti delle organizzazioni mafiose, in particolare
tamente.
camorra, ‘ndrangheta e Cosa nostra, che a vario
titolo interagiscono con i soggetti impegnati nelle
attività di raccolta, trasporto e smaltimento e
hanno sviluppato filiere imprenditoriali diretta-
mente sotto il loro controllo. Alla frase, diventata
famosa, del pentito Nunzio Perrella (‘a monezza
è oro!), sono seguiti, insomma, i riscontri inve-
stigativi e giudiziari. I passi in avanti compiuti in
questi dieci anni non sono certo sufficienti: pro-
seguono, purtroppo, le attività criminali, anche su
vasta scala. E non potrebbe essere altrimenti,
viste le dimensioni del fenomeno: ogni anno,
come viene ricordato nel “Rapporto Ecomafia” di
Legambiente, si perdono le tracce di milioni di
tonnellate di rifiuti, speciali e pericolosi, equiva-
lenti, per dare un’idea, a una montagna di tre
ettari di base e 3.100 metri di altezza. Il valore di
questi rifiuti, se fossero gestiti nel rispetto delle
regole, equivarrebbe a 7 miliardi di euro, che
vengono sottratti alle imprese legali.
Questa massa enorme di rifiuti, che comprende
anche quelli abbandonati per incuria e inciviltà,
diventa un costo per l’ambiente, una minaccia
per la nostra salute e, in maniera significativa,
una fonte di profitto per le organizzazioni cri-
minali. A titolo esemplificativo, una sola
azienda sequestrata nel Casertano e impegnata
nello smaltimento illegale di fanghi di depura-
zione ha incassato, in un solo anno, 18 milioni
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