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L’evento, giunto alla L LAA GGIIUURRIIAA
sua seconda edizione,
ha riscosso un
notevole successo di I premiati sono stati selezionati da una giuria composta:
pubblico, ed in – dal Brigadiere Generale Arnaldo Triani, Capo
Dipartimento di Veterinaria dell’Ispettorato Logistico
particolare il premio,
dell’Esercito;
presentato per la
– dal Luogotenente Maresciallo Mario Conticchio, Vice
prima volta, ha Comandante del Centro Carabinieri Cinofili di Firenze;
registrato la piena – dal Vice Questore Aggiunto dr. Alberto Di Cuffa,
partecipazione di una Direttore di Sezione del Servizio Reparti Speciali del
rappresentanza di Dipartimento di Pubblica Sicurezza; p
tutte le unità cinofile – dal Maresciallo Capo Walter Levis, istruttore cinofilo
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della Guardia di Finanza;
appartenenti alle r
– dal Vice Questore Aggiunto dr. Antonio Mostacchi, Capo
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istituzioni dello Stato.
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del Centro Nazionale Cinofilo dell’Ispettorato Generale;
A margine della - dal Maggiore Nicola Fiumara, Capo del Servizio Centrale o
manifestazione, il Cinofilo della Polizia Penitenziaria;
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Corpo forestale ha – dal Vigile del Fuoco Massimo Del Vago, Responsabile t
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organizzato due della Scuola Nazionale Unità Cinofile di Volpino;
esercitazioni – da Silvio Zuberbuhler, Delegato Tecnico provinciale di e
Treviso della Croce Rossa Italiana.
“terra-aria” delle unità
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cinofile, alla presenza z
delle scolaresche della i
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zona e degli invitati. o
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Il suo nome spesso trae in inganno. n
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Non è infatti in Corsica l’origine di e
questo splendido molosso, bensì in
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Italia
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Nella cultura cinofila italiana il cane Corso è c
l’emblema delle tradizioni contadine dell’Italia
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del sud. Giovanni Verga scrive nei Malavoglia i
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“morde peggio di un cane corso”, mentre
Niccolò Tommaseo, nel suo vocabolario, v
utilizza questa metafora: “Can corso, uomo di i
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aspetto ed attitudine fiera”. È presunzione i
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attendibile che, come l’altro molosso italiano l
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(Mastino Napoletano), il cane Corso discenda e
CH Brenno – 5 anni HDB ufficiale – Giovane promessa dal Canis Pugnax dei Romani, rappresen-
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ENCI – Campione Italiano – Pluri BOB dell’Allevamento tando di questo l’accezione più leggera,
e
della Ruralis Gens (www.corsocuius.it).
utilizzata nella caccia alla selvaggina grossa e
nella custodia degli armenti. L’etimologia del
suo nome trova varie interpretazioni, escludendo quelle che possano fare riferimento geografico
alla Corsica. Per taluni il suo nome deriva dal latino cohors, che significa guardia. Per altri
l’etimologia è da ricercare in una radice provenzale che attribuirebbe alla parola Còrz (ancora
utilizzata in Molise ed in alcune zone della Campania e della Puglia) il significato di grezzo, forte.
È comunque confermata la presenza in Italia del cane Corso sin dal Medio Evo. Lo documentano
gli scritti di letterati dell’epoca quali Teofilo Folengo, che ne parla in “Maccheronee”. Non si tratta
solo di un cane antico, ma di un cane che nei secoli è stato rispettato. Ancor oggi, in molti dialetti
“corso” è sinonimo di persona autorevole e soprattutto virile. Nel tempo, col modificarsi dei
costumi sociali e col ridursi del suo utilizzo nelle attività contadine, il cane Corso ha rischiato
l’estinzione. Si è salvato solo grazie ad alcuni appassionati che sono andati a cercare i pochi cani
rimasti nei luoghi di origine – Lucania, Puglia e Sicilia –, riportando la razza all’antico splendore. In
particolare negli anni ‘70 Paolo Breber, biologo e ricercatore del CNR, volle iniziare l’opera di
recupero individuando in Puglia, nella zona di Manfredonia e nel Gargano, alcuni centri di
conservazione. Altri appassionati quali Antonio Morsiani promossero gli studi morfologici sulla
razza. Ma solo nel 1994 venne redatta e riconosciuta dall’Ente Nazionale Cinofilia Italiana la Il Forestale n. 28/2005
stesura definitiva dello Standard di Razza ed il cane Corso inserito quale 14° razza italiana.
Sal. Sant.
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