Page 11 - n_28
P. 11
Chi si
reca nel S. Azzarello - NPA/CFS
bosco
con i sensi
desti e l’anima
ricettiva coglie la
magia della luce che
filtra tra gli alberi, il
mormorio dei ruscelli, il canto c
degli uccelli ed esclama come il
c
c
poeta Esiodo: “Questo luogo è sacro”. u
c
u
u
u
racconti di magia del folklore come i frontiera e rifugio per gli eremiti e gli l
l
l
l
piccoli fauni sono i corrispettivi di gnomi ed emarginati, servi, fuggitivi, avventurieri, t
t
t
elfi delle leggende nordiche. Il termine fata briganti. I cavalieri incontrano nel bosco
t
deriva dalle Tria Fata (i tre destini) latini, le tentazioni e avventure, esseri magici e u
Parche, che in origine erano damigelle da salvare, bambini perduti,
u
u
u
rappresentate come spiriti della orchi, streghe e fantasmi. Le leggende r
r
r
r
vegetazione e effigiate con tre stele nelle nordiche si mescolano ai miti classici e il a
profondità delle foreste, presso grotte o bosco diventa oscuro e misterioso luogo a
crepacci. Dalle foreste passarono ad di incantesimi e sortilegi.
a
a
essere protettrici anche dei campi e infine Secondo le mitologie nordiche, il mondo è
depositarie delle sorti umane: le Tria Fata sostenuto da un albero cosmico che fu il
filano sul fuso il destino umano, prototipo dei pali e delle colonne
l’arrotolano sul rocchetto e quando architettoniche. Può essere una betulla,
giunge l’ora, lo tagliano con le forbici. un larice o una quercia.
Il culto degli alberi era diffuso in tutto il L’albero tocca con le radici il mondo
mondo: nella mitologia egizia molti dei sotterraneo, il fusto poggia per terra
sono emersi dagli alberi. Nel mondo mentre la cima tocca il cielo: esso unisce
romano ad ogni albero era attribuito una visibilmente i tre mondi: l’oltretomba, il
precisa divinità: l’alloro in cui fu terrestre e il celeste. Secondo una
trasformata Dafne fuggitiva era sacro ad leggenda degli Urali sull’albero cosmico si
Apollo, la quercia era di Giove, l’olivo era arrampica senza sosta un gatto magico:
l’emblema di Minerva, il mirto era amato quando sale narra racconti, quando
da Venere, il pino e poi la vite furono scende canta canzoni… Con l’immagine
consacrati a Bacco. Il pino con gli aghi surreale dal gatto delle steppe si conclude
sempreverdi e la pigna ricca di pinoli sono il nostro viaggio.
segni di vita perenne e furono anche i Ancora adesso chi si reca nel bosco con i
simboli di Attis il dio frigio amato dalla dea sensi desti e l’anima ricettiva percepisce la
Cibale, la Magna Mater. potenza della vegetazione, coglie la
Nel Medioevo il bosco comincia ad essere magia della luce che filtra tra gli alberi, il
ad un tempo lo spazio indispensabile per mormorio dei ruscelli, il richiamo degli
prolungare i campi ma mantiene ancora la animali, il canto degli uccelli ed esclama
santità arcaica: la foresta è preziosa, come il poeta Esiodo: “Certamente
riserva di vita e selvaggina, terreno di questo luogo è sacro”. Il Forestale n. 28/2005
raccolta, compreso il miele da cui si Distruggere i boschi è un reato contro la
ricavava l’idromele, la bevanda più diffusa sacralità più profonda della natura, è un
nel nord Europa e la cera; il bosco è luogo affronto alla vita indistruttibile e all’eterno
di estrazione del legno. Al tempo stesso è ciclo vitale.
P Paagg.. 1111