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difesa del suolo
spontanea, in un grande e corale autoctona, per Archivio CFS
disegno di rinascita del territorio. evitare l’errore
Il successivo spopolamento delle di interventi
aree montane e la conseguente calati dall’ester-
ripresa della vegetazione hanno no secondo stili
portato alla fatiscenza degli inter- comportamentali
venti di sistemazione e di terrazza- avulsi dal conte-
mento realizzati nei decenni prece- sto socio-cultu-
denti, col cedimento dei muretti a rale locale.
secco e la scomparsa delle opere Si tratta pertanto
sotto gli arbusti. Ciò ha portato a di strategie di
un’apparente correlazione tra lungo periodo,
abbandono delle “cure” montane e che non si esau-
aumento dei fenomeni di dissesto, riscono in una
portando acqua al mulino di chi legislatura e che,
vede interesse nel territorio solo se per questo, tro-
crea occasione di finanziamenti. In vano difficilmente nel mondo poli- nue opere di arginatura, modifica-
realtà (e più propriamente) il tem- tico la giusta cassa di risonanza. zione degli alvei, occupazione
poraneo e precario rallentamento In assenza di dati quantitativi sul- delle aree di pertinenza fluviale.
della naturale dinamica dei terreni l’andamento nel tempo dei feno- Un grande progetto per il futuro
montani ottenuti con le opere di meni di dissesto, si assiste a inter- potrebbe essere quello di varare
sistemazione aveva supplito solo pretazioni funzionali a interessi di una legge sullo sviluppo sostenibi-
momentaneamente alla forte parte; si sottovalutano i pericoli le della montagna, in cui si arrivi
accentuazione dei dissesti causata localizzati potenziali per non porre alla pianificazione integrata di
dai disboscamenti e dalle mille ostacoli alle attività economiche; si tutto il territorio montano, con una
alterazioni del profilo di equilibrio attribuiscono a generici andamenti zonazione, in analogia a quanto si
dei versanti. Sul medio-lungo climatici, o altre cause “lontane”, i sta facendo (o si dovrebbe fare) nei
periodo, l’incipiente naturalizza- rischi di alluvione; si tende infine a parchi nazionali e che tenga conto
zione delle montagne sta riparando considerare tutta la montagna cata- della rete natura 2000, dei corridoi
i danni del trascorso XX secolo, stroficamente in dissesto, per poter biologici tra le aree protette, con
rendendo non più necessari (se non finanziare interventi di manuten- connessioni, logiche e concettuali,
in situazioni assolutamente localiz- zione e opere di sistemazione. se non territoriali, tra tutte le aree a
zate) interventi diffusi di sistema- Segnali preoccupanti sono in que- forte valore conservazionistico.
zione montana. sto senso l’attuale tendenza degli La realtà attuale ha però due facce:
Ciò non significa ipotizzare (o addetti ai lavori a scindere la dina- da una parte la globalizzazione del
auspicare) un futuro della monta- mica idrogeologica in “problemi commercio non vuole dogane e
gna senza l’uomo, quanto sostene- idraulici” (le alluvioni) e “proble- protezionismi; dall’altra con l’esa-
re e incoraggiare un recupero di mi geologici” (le frane), segno di sperazione degli individualismi (e
consapevolezza e di compatibilità un ritorno di una cultura antropo- dei regionalismi) il gioco di squa-
tra uomo e ambiente montano, centrica, secondo la quale senza la dra diventa più difficile.
ovvero lo sviluppo di attività in sapiente mano dell’uomo, la natura Due facce, è inutile negarlo, nemi-
armonia con le fisiologiche e pecu- si degrada. che della montagna. Nemiche per-
liari caratteristiche di questo pre- Altrettanto funzionale a finalità ché la montagna non segue i confi-
zioso mondo, i cui limiti ambienta- economiche e di espansione edili- ni amministrativi che l’attraversa-
li, tra l’altro hanno ostacolato la zia è l’attuale tentativo di vanifica- no. Nemiche perché la montagna è
diffusione di tecniche di sfrutta- re la perimetrazione delle aree a fragile, ancorché possente nelle
mento aggressive e voraci, consen- rischio esondazione, voluta dalla forme: la sua economia deve essere
tendo la conservazione di un’eco- legge 11 dicembre 2000, n. 365, difesa dalle spietate logiche del
nomia rispettosa degli equilibri sostenendo che gli interventi antro- mercato multinazionale, così come
naturali. Le aree montane in cui ciò pici sugli alvei abbiano ormai il suolo e i suoi versanti necessita-
non è avvenuto mostrano con modificato permanentemente i no di protezione sia dagli agenti
drammatica chiarezza i limiti del- flussi di esondazione. geomorfici (il sole, la pioggia, il
l’attuale modello di sviluppo. L’impressione è che vengano così vento, il gelo), che dalle manomis-
L’arma vincente per una politica di sottaciuti fatti semplici come il sioni (improprie pratiche agricole,
rilancio e di recupero delle realtà diminuito rischio di frane e movi- utilizzazioni forestali non sosteni-
montane tuttora spesso inconsape- menti di versante su pendici ora bili, modificazioni morfologiche,
volmente “biologiche”, è lo “svi- più protette dalla diffusa crescita di cementificazione senza regole,
luppo sostenibile”, che deve avve- vegetazione spontanea; o come, al turismo di massa).
nire attraverso la formazione cultu- contrario, l’accresciuto rischio di
rale di base della popolazione rovinose esondazioni per le conti- MARCO PEZZOTTA
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