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protagonisti



          scalatori sono un peso per l’ecosi-  Torniamo alle Alpi: cosa si
          stema. Distruggono la vegetazione,  può fare per salvarle?                                         S. Ardito
          e così facendo provocano la scom-  “Chi arriva dalla città deve
          parsa degli animali. Poi l’uomo-   iniziare a capire la gente e la
          consumatore, dopo aver creato il   civiltà delle Alpi, non accon-
          deserto, riparte verso un nuovo    tentarsi dei luoghi comuni.
          ecosistema da sfruttare”.          Gli escursionisti e gli alpini-
                                             sti devono riscoprire la fatica
          Oggi per molti escursionisti que-  ed il rischio. E devono smet-
          sto “nuovo ecosistema” è           tere di trattare i montanari
          l’Himalaya. Forse glielo ha indi-  come persone di servizio o
          cato proprio lei...                come dettagli di una cartoli-
          “Può darsi, non nego la mia        na illustrata. A salvare le
          responsabilità. Quando ho iniziato  Alpi non saranno gli ecologi-
          a visitare l’Himalaya le spedizioni  sti, ma chi rifiuta il consumi-
          erano ancora delle avventure. Oggi  smo, chi si accontenta di
          sui sentieri del Nepal camminano   mangiare pane e formaggio e
          centinaia di migliaia di persone   di camminare con le proprie
          ogni anno, tra aprile e maggio     gambe”.
          sull’Everest salgono fino a cinque-
          cento persone. Non è più alpini-   E i montanari? La colpa
          smo, non è più avventura!”.        non è anche loro?
                                                                        La vetta del K2 (8.816 m).
                                             “Certo, e devono cambiare
          Però gli sherpa e gli altri popoli
          himalayani ci guadagnano           atteggiamento. Non devono          risorse all’agricoltura e alle foreste,
          “Si, e questo è un aspetto positivo.  farsi abbagliare dal consumismo:  valorizzare i prodotti tipici e gli iti-
          Ma non è abbastanza. I governi     oramai il benessere consente loro  nerari che prevedono soste nelle
          dovrebbero dare meno permessi,     di riflettere. Ci vuole più solida-  baite e nei villaggi. Sulle Alpi, al
          impedire grandi concentrazioni di  rietà tra le regioni alpine, bisogna  contrario che in altre zone, l’agri-
          trekker sullo stesso sentiero e di  capire che la protezione della natu-  coltura biologica è possibile anche
          alpinisti sulla medesima monta-    ra serve a garantire un futuro. E ci  su grandi estensioni”.
          gna. Bisogna impedire l’affolla-   vuole più rappresentanza: oggi gli
          mento eccessivo e ogni tipo di     abitanti delle Alpi sono rappresen-  È quello che fa anche lei?
          inquinamento. Oggi il Colle Sud    tati nelle loro capitali e in Europa  “Si. Sono un montanaro prima che
          dell’Everest, a 8.000 metri di     solo da una manciata di politici”.  un alpinista, la gestione delle mie
          quota, è la più alta discarica del  E l’agricoltura?                  tenute di Juval e di Solda è sempre
          pianeta. Ci sono tende, corde,     “L’agricoltura ha un ruolo molto   più importante per me. In tutte le
          bombole di ossigeno, persino       importante in tutto questo. A lungo  Alpi, esiste mezzo milione di pic-
          cadaveri che nessuno riporta a     termine la carta vincente può esse-  cole proprietà come quelle tor-
          valle”.                            re il connubio tra l’agricoltura e il  mentate da problemi di sopravvi-
                                             turismo. Occorre destinare più     venza”.
                                                                                Torniamo per un momento al
           S. Ardito
                                                                                Messner alpinista e viaggiatore.
                                                                                Va ancora in giro per il mondo?
                                                                                “Da qualche tempo cerco di fare
                                                                                viaggi meno frequenti ma più lun-
                                                                                ghi. Ora mi devo accontentare di
                                                                                qualche breve spedizione in estate.
                                                                                Nel 2004, quando scadrà il mio
                                                                                mandato a Strasburgo, avrò biso-
                                                                                gno di un periodo più lungo nella
                                                                                natura selvaggia”.
                                                                                Un esempio delle sue spedizioni
                                                                                recenti?
                                                                                “Nell’estate del 2001, a 15 anni di
                                                                                distanza dal mio ultimo ‘ottomila’,
                                                                                sono tornato sulle grandi monta-
                                                                                gne. Ho scovato una bella via
                                                                                nuova sul Nanga Parbat, l’ho tenta-
          L’Everest.                                                            ta insieme a Hans-Peter Eisendle, a


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