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biodiversità



          del Corpo forestale dello Stato il                                                ti, le piante secolari,
          quale sa riconoscere gli esemplari  V. Perrone                                    che da tempo non pos-
          migliori.                                                                         sono più riprodursi at-
          Una volta raccolte, le partite vengo-                                             traverso i semi e che,
          no tenute rigorosamente separate tra                                              pertanto, avrebbero ir-
          loro e raggruppate a seconda della                                                rimediabilmente per-
          specie e della provenienza. Asecon-                                               duto il proprio patri-
          da del tipo di frutto o strobilo, si pro-                                         monio genetico senza
          cede con la lavorazione “a caldo”,                                                degli specifici inter-
          direttamente nell’essiccatore, oppu-                                              venti di riproduzione
          re “a freddo” al fine si far aprire le pi-                                        vegetativa.
          gne e farle passare in una tramoggia                                              Infine, si studiano i
          che farà fuoriuscire i semi. Successi-                                            protocolli per la mi-
          vamente altri macchinari provvede-                                                cropropagazione delle
                                             Sala di lavorazione delle sementi di abete bianco
          ranno, mediante processi di areazio-                                              specie importanti per
          ne e di scuotimento, a liberare i semi  no i metodi per indurre e/o inter-  la ricostituzione delle pendici sog-
          da impurità e residui coriacei. Dai se-  rompere la “dormienza” di alcuni se-  gette a erosione ma soprattutto per la
          mi puliti viene, quindi, prelevato un  mi particolarmente difficili a germi-  diffusione del materiale di propaga-
          campione per ciascuna partita. I cam-  nare, si studiano tecniche e tecnolo-  zione forestale “selvatico” ideale per
          pioni vengono portati in laboratorio  gie sia per l’estrazione e la selezione  le nuove tecniche di bioingegneria.
          ed analizzati al fine di stabilirne le ca-  delle sementi che per la raccolta dei  Molte di queste ricerche vengono
          ratteristiche di germinabilità ed, in-  frutti forestali; si impiantano in aree  condotte in collaborazione con le
          fine, collocati in contenitori di pla-  sperimentali alcune specie, razze ed  Università, gli Istituti di Ricerca Fo-
          stica o vetro per essere conservati in  ecotipi per provarne la capacità di  restale Nazionale ed il mondo del la-
          grandi celle frigorifere ad una tem-  adattamento alle diverse condizioni  voro per fornire anche consigli agli
          peratura variabile tra i -8 e 4° centi-  ambientali; si addestra il personale  operatori del settore che li richieda-
          gradi.                             forestale al riconoscimento dello  no. Conservare e far crescere il patri-
          A questo punto il percorso degli   stato di fruttificazione; si program-  monio forestale naturale italiano:
          “studiosi dei semi” inizia e si inoltra  mano le raccolte in base all’anda-  questo è l’obiettivo che cerca di rag-
          verso moltissime attività che hanno  mento delle fruttificazioni di cia-  giungere, ogni giorno, il lavoro si-
          come obiettivo il “curiosare” tra i ge-  scuna specie, ed altro ancora.  lenzioso degli operatori del Corpo fo-
          ni custoditi nei semi: si allevano in  In laboratorio, inoltre, si sviluppano  restale dello Stato. Nonostante tutto.
          vivaio le piantine nate da quei semi  tecniche di propagazione “in vitro”
          per provarne le caratteristiche di re-  per cercare di ottenere piante giova-
          sistenza e di adattamento; si studia-  ni da esemplari adulti ed invecchia-           DANIELA PICCOLI


                                                       I NUMERI

            In base alla fenologia delle varie specie forestali, i periodi di raccolta dei semi vanno dalla fine agosto all’inizio
            primavera. Ecco perché i forestali usano la “stagione silvana” quale periodo annuale di riferimento per le rac-
            colte: essa parte all’inizio di luglio e termina a giugno successivo. Si riportano alcuni dati riferiti all’ultima anna-
            ta silvana (1999/2000) e relativi al lavoro svolto presso i due impianti di Verona-Peri e Pieve S. Stefano.
            A Verona sono state raccolte 98 specie, con 342 lavorazioni ed a fine annata risultano giacenti 120 specie
            diverse per un totale di 5.919,89 Kg. Le richieste sono state per 153 specie diverse per un ammontare pari a
            14.339,45 Kg suddivisi in 884,9 Kg di specie arbustive e 13.545,55 di specie ad alto fusto. Le richieste perve-
            nute sono state soddisfatte per circa il 95%. Dall’estero sono stati richiesti 453,25 Kg di semi riferiti a 16 diffe-
            renti specie.
            Le specie che di norma vengono allestite a Pieve S. Stefano sono circa 102, con 235 lavorazioni; a fine anna-
            ta silvana 1999/2000 risultano in conservazione 88 specie diverse per un ammontare complessivo di
            26.914,584 Kg. Nell’annata in corso sono state richieste 74 specie diverse per un ammontare pari a 9.212,9
            Kg suddivisi in 17,8 Kg di specie arbustive e 9.195,1 Kg di specie arboree. Le richieste pervenute sono state
            soddisfatte per circa il 98%. All’estero si forniscono mediamente 400 Kg di semi riferiti a 13 specie differenti. In
            vivaio sono presenti 158 specie diverse.
            Gli impianti sperimentali che vengono gestiti dall’Ufficio di Verona-Peri sono 11 mentre gli arboreti sperimentali
            impiantati dall’Ufficio di Pieve S. Stefano, in collaborazione con altri Uffici Amministrazione sono 21. Le specie
            che sono oggetto di tali impianti sono quelle tutelate dalla normativa vigente in materia di salvaguardia e diffu-
            sione delle specie autoctone del patrimonio forestale italiano e riguardano, soprattutto, le nuove specie assog-
            gettate a recente tutela quali il noce, il ciliegio e l’acero.




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